Il tasyīr, una tecnica previsionale astrologica

Il Tasyīr [termine derivato dalla radice araba syr, che significa marciare, dirigere] è un metodo previsionale illustrato nel capitolo sul Fī-l-tasyīr contenuto nell'opera al-Bāri fī ahkām al-nuŷūm wa-l-tawāli dell’astrologo arabo Ibn Abī l-Rijāl (Abenragel).
Questo capitolo è distinto in cinque sezioni: i significatori; i metodi; le tecniche; la collezione di pronostici astrologici; le fonti citate.
I luoghi prorogatori da utilizzare nel Tasyīr sono: 

  • i cinque luoghi afetici (haylāŷ), il Sole, la Luna, la longitudine eclittica (λ) dell’Oroscopo (AS), la sorte lunare o di Fortuna (Sahm al-saāda), la longitudine eclittica (λ) della sizigia novilunica o plenilunica precedente la nascita [«Argomenti per i quali è conveniente la prorogazione mediante i cinque haylāŷ» (والأمور التي يجب تسييرها في الهيالج الخمسة); «Proroga Sahm al-sa'āda, se fosse haylāj, come quello che abbiamo menzionato in materia di conoscenza della vita, del benessere, della calamità, del profitto, della morte e della sfortuna in relazione alla proprietà» (والسلامة والنكبة والكسب والقتل والنكبة في المال وسيّر سهم السعادة إن كان هيلاجا لمثل ما ذكرناه في أمر معرفة العمر)];
  • il pianeta significatore (dalīl) dei beni, dei fratelli e delle sorelle, del padre, dei figli e la longitudine eclittica (λ) del Culmine (MC);
  • la longitudine eclittica (λ) dei cinque pianeti visibili (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno);
  • la sorte solare o del Genio (Sahm al-gayb).

Secondo Ibn Abī-l-Riŷāl (Abenragel) si esegue il Tasyīr:

1) del Sole, per la vita, le attività, la condizione e la posizione del nativo [«Quando il Sole sarà haylāj, dal suo Tasyīr conoscerà la vita e le imprese, e saprà della condizione e della dignità del nativo» (cap. VII 'Sull'Athazir')];
2) della Luna, per la vita, la forza, la debolezza e la condizione della madre [«Quando la Luna sarà haylāj, dal suo Tasyīr conoscerà la vita e la forza e la debolezza e la condizione della madre» (cap. VII 'Sull'Athazir')];
3) dell'Oroscopo (AS), per la condizione del corpo, la salute e la malattia del nativo [«É possibile in ogni caso prorogare il tasyīr del grado dell'Ascendente, che si tratti di haylāj o meno. Permette di conoscere la condizione del corpo del nato recentemente (il nativo, n.d.s.), della sua salute e della sua malattia. Indica la vita e lo spirito. Il <pianeta> signore dell’hadd (il termine o confine, n.d.s.) del grado dell’Ascendente si chiama al-qāsim (il divisore, n.d.s.) o al-ŷār bujtār» (cap. VII 'Sull'Athazir')];
4) della sorte lunare o di Fortuna (Tychê), per la salute, le imprese, le condizioni di salute, i guadagni di beni [«Proroga sahm al-sa'āda, se fosse haylāj, come quello che abbiamo menzionato in materia di conoscenza della vita, del benessere, della calamità, del profitto, della morte e della sfortuna in relazione alla proprietà» (والسلامة والنكبة والكسب والقتل والنكبة في المال وسيّر سهم السعادة إن كان هيلاجا لمثل ما ذكرناه في أمر معرفة العمر) (cap. VII 'Sull'Athazir')];
5) della sizigia novilunica o plenilunica precedente la nascità, per le imprese e le avventure [«E altri compiono il tasyīr del grado della congiunzione o dell'opposizione quando sarà haylāj per conoscere le imprese e le avventure» (cap. VII 'Sull'Athazir')];
6) del Culmine (MC), per l'attività, la professione e la condizione sociale del nativo  [«E altri compiono il tasyīr del grado della Casa X, per conoscere l'attività del nativo, e la sua professione e la sua condizione» (cap. VII 'Sull'Athazir')].

Inoltre, Abī l-Rijāl (Abenragel) suggerisce di esguire il Tasyīr di:

1) Mercurio, per la condizione dei fratelli minori, per la capacità di esporre nei discorsi e nelle conversazioni, per le amicizie, le conoscenze, le attività commerciali e di scambio [«Si compia inoltre l'Athazir del grado <zodiacale> di Mercurio, per conoscere la condizione dei fratelli minori, della capacità di parlare, degli insegnamenti, delle amicizie, dei servi, e di quelli che sono preposti ad attività commerciale e di quelli al dare e all'acquisire» (cap. VII 'Sull'Athazir')];
2) Venere, per conoscere del matrimonio e della condizione della madre, delle sorelle minori [«Si compia e dia l'Athazir del grado <zodiacale> di Venere per conoscere le unioni e gli amori del nativo, e i successi che otterrà dalle donne, dai canti e dalle gioie, e anche la condizione della madre e delle sue sorelle minori» (cap. VII 'Sull'Athazir')];
2) Marte, per conoscere il livello di audacia, prontezza e reazione del nativo, la sua condizione e resistenza fisica  [«Si dia anche l'Athazir del grado <zodiacale> di Marte per conoscere il suo valore militare, e la condizione di salute e la resistenza verso i soldati, e per esaminare le cause, la prontezza  e ciò che avviene in questa condizione nel bene o nel male» (cap. VII 'Sull'Athazir')];
3) Giove, per la fortuna, gli amori e le amicizie, le ricchezze [«Si compia l'Athazir del grado <zodiacale> di Giove per conoscere la sua fortuna, gli amori e le amicizie, e l'elogio dello stesso presso i saggi, e le sue abbondanti ricchezze e il suo soccorso da parte di persone nobili» (cap. VII 'Sull'Athazir')];
4) Saturno, per il padre, i fratelli maggiori, le persone anziane, le malattie lunghe e croniche e quelle congenite, i vantaggi e le perdite da eredità o da luoghi umidi [«Conviene che si compia l'Athazir del grado <zodiacale> di Saturno, da momento che è è il significatore degli anziani, delle stirpi <familiari>, del padre e dei fratelli maggiori, delle cose nascoste, delle infermità e delle malattie congenite (azemena), e anche del vantaggio e della perdita che <il nativo> subirà dai defunti e dai luoghi umidi» (cap. VII 'Sull'Athazir')].

Vi sono due metodi di Tasyīr

  1. il primo consiste nell’eseguire la direzione o prorogazione sull’equatore celeste, utilizzando le ascensioni rette (α), oblique (ρ) oppure miste;
  2. il secondo consiste nell’eseguire la direzione o prorogazione direttamente sull’eclittica, adottando l’equivalenza di un segno zodiacale o 30° di longitudine eclittica (λ) a un anno e le porzioni inferiori per proporzione utilizzando come parametro l’eguaglianza di 1 anno a 365,25 giorni (questo metodo è stato esposto anche da Doroteo di Sidone nel Pentateuco, libro VI, cap. 1).

Il primo metodo consiste nell'utilizzazione:

1. delle ascensioni oblique (ρ), quando il significatore si trova all’Oroscopo (AS) oppure all’Occidente (DS) [tasyīr = ρ Haylāŷ – ρ Qāti];
2. delle ascensioni rette (α), quando il significatore si trova al Culmine (MC) oppure all’Anticulmine (FC)  [tasyīr = α Haylāŷ – α Qāti];
3. delle ascensioni miste, quando il significatore si trova all'interno di uno dei quadranti diurni.

Riguardo ai tempi ascensionali, Ibn Abī l-Rijāl (Abenragel) espone la differenza dei segni zodiacali in lunga e breve o corta ascensione: i primi (dal a al f) sono quelli che impiegano più di 2h per ascendere, sorgono retti e tramontano curvi; i secondi (dal g ai `) sono quelli che impiegano meno di 2h per ascendere, sorgono curvi e tramonano retti.
Afferma Ibn Abī l-Rijāl (Abenragel): «Operi con Toro e Gemelli come con l’Ariete <perché le ascensioni di questi segni zodiacali a Oriente sono inferiori alle loro ascensioni ad Occidente>. Operi con Capricorno, Acquario e Pesci allo stesso modo che hai fatto con Ariete, Toro e Gemelli. Per il segno del Cancro <la sua ascensione a Oriente è superiore alla sua ascensione ad Occidente>. Operi allo stesso modo (rispetto al Cancro, n.d.s.) con Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione e Sagittario».
Se si considera, dunque, τφ il tempo di ascensione obliqua, si ha:

1) nei segni zodiacali di lunga ascensione (dal a al f), τφ (segno zodiacale) > τφ (segno zodiacale opposto);
2) nei segni zodiacali di corta o breve ascensione (dal g ai `), τφ (segno zodiacale) < τφ (segno zodiacale opposto).

In questa sede ci si limita a questo breve accenno sul primo metodo, che verrà approfondito in sede differente. 
Un altro metodo è quello del Tasyīr mediante la declinazione (δ) dei pianeti. Abī l-Rijāl (Abenragel) designa questo metodo di prorogazione con varie espressioni: sul percorso del grado (fī maŷrà-ldaraŷa), il grado sul quale il pianeta gira (al-ŷuz’ allaḏī yadūr fī-hi-l-kawkab), il circolo del pianeta (madār al-kawkab) o il grado del circolo (daraŷat al-madār).
Afferma Abī l-Rijāl (Abenragel): «Per esempio, nelle loro circonferenze poniamo che la Luna sia hyleg e <si trovi> nel dodicesimo grado <del segno zodiacale> dell'Ariete, e la sua latitudine <celeste> a tre gradi e quarantacinque minuti a settentrione, e la declinazione di quel grado <zodiacale> quattro gradi e quarantotto minuti a settentrione; analogamente, aggiungeremo questa <declinazione> con la latitudine <celeste> e il totale diventa otto gradi e trentatrè minuti. Inoltre, poniamo che Marte, che è il pianeta verso il quale vogliamo dirigere <la Luna>, si trovi a ventidue gradi <del segno zodiacale> dell'Ariete, abbia latitudine <celeste> nulla, e otteniamo la declinazione dello stesso grado <eclittico>, otto gradi e trentatrè minuti; da cui questo pianeta si troverà su una linea assieme alla Luna, dal momento che se poniamo quei gradi <zodiacali> che abbiamo aggiunto nella tavola delle declinazioni della Luna, ci verrà fuori indirettamente ventidue gradi <del segno zodiacale> dell'Ariete; e in tal maniera il circolo della Luna si troverà ugualmente nel grado <zodiacale> di Marte. Inoltre, se quando l'Athazir si sia applicato ad esso (Marte, n.d.t.), si applicherà direttamente al grado <zodiacale> della Luna e da questo il significato sarà regolato e verificato: questa è la convenienza» [Abī l-Rijāl (Abenragel), cap. VII 'Sull'Athazir' (traduzione personale)].
In questo passo, Ibn Abī-l-Riŷāl (Abenragel) offre il seguente esempio di calcolo. 
La Luna è il luogo afetico (haylāŷ), si trova a 12° ^ e ha latitudine celeste (β) 3° N 45'. Dal momento che la declinazione della longitudine eclittica (δλ) è 4° N 48', la declinazione (δ*) della Luna è 8° N 33' (ossia: 4° N 48' + 3° N 45' = 8° N 33'). 
Marte è il luogo aneretico (qāti’), si trova a 22° ^ e ha latitudine celeste (β) 0°. Dal momento che la declinazione della longitudine eclittica (δλ) è 8° N 33', la declinazione (δ*) di Marte è 8° N 33' (ossia: 0° + 8° N 33' = 8° N 33').
La declinazione (δ*) si calcola sommando oppure sottraendo la latitudine celeste (β) alla declinazione della longitudine eclittica (δλ), servendosi di apposite tavole (le tavole del primo mobile). Nell'eseguire la sottrazione, sebbene ovvio, non appare superfluo ricoridare che si deve procedere sottrendo il valore minore da quello maggiore.
Quando si utilizza il metodo del tasyīr, è necessario eseguire la prorogazione verso il luogo zodiacale corrispondente alla declinazione (δ*) dei pianeti che possiedono latitudine celeste (β). afferma, infatti, Abī l-Rijāl (Abenragel): «Per esempio. Sia la Luna a dieci gradi del <segno zodiacale del> Toro e sia la declinazione della stessa quindici gradi e dodici minuti e sia la latitudine <celeste> della Luna quattro gradi a settentrione: sommeremo entrambi <i valori>, perché sono entrambi settentrionali; tuttavia, se l'altro di essi fosse stato meridionale, avremmo sottratto l'uno dall'altro; e mediante addizione, sarebbero diventati diciannove gradi e dodici minuti; da cui, questo è il distanziamento della Luna dalla linea equinoziale, allorché <la Luna> si sia trovata in questo condizione. Inoltre, nella tavola delle declinazioni abbiamo ricercato uno simile e in linea retta abbiamo rinvenuto la quantità del valore, ventiquattro gradi del <segno zodiacale del> Toro, per questo sia considerato il grado <zodiacale> del circolo <di declinazione> della Luna, che in longitudine <eclittica> si trovava a dieci gradi del <segno zodiacale del> Toro, a quattordici gradi dello stesso <segno zodiacale>. Da cui, allorché dirigiamo il grado <zodiacale> dell'Ascendente, o il grado <zodicale> di quale sorte, o il grado <zodiacale> del Sole verso la Luna, desiderando noi dirigere al suo corpo che si trova a dieci gradi del <segno zodiacale del> Toro, non si attesta in tal modo <una direzione> al corpo della Luna; poiché la sua stessa orbita è distante dal percorso dell'Athazir assieme all'arco del cerchio dei segni <zodiacali>, che in longitudine <eclittica> è quattordici gradi <del segno zodiacale del Toro>; né indicherà allora ciò che indica il corpo della Luna, quando l'Athazir cade in esso. Tuttavia, se la Luna si sia trovata in questo luogo senza latitudine <celeste> la sua orbita si troverebbe nel medesimo grado <zodiacale> nel quale la <Luna> stessa si trovò in longitudine <eclittica> riguardo il cerchio dei segni <zodiacali> e il suo Athazir cadrebbe ragionevolmente sulla sua orbita; e tanto minore sarò l'arco stesso, quanto minore sarà la latitudine <celeste>. D'altra parte, se la sua latitudine <celeste> sia stata meridionale, avremmo sottratto il grado della latitudine <celeste> dalla declinazione, e perciò sarebbero rimasti undici gradi e dodici minuti» [Abī l-Rijāl (Abenragel), cap. VII 'Sull'Athazir' (traduzione personale)].
Dalla lettura di questo passo si può comprendere che, se un pianeta possiede latitudine celeste (β), la longitudine eclittica (λ) non esprime da sé la reale posizione di tale corpo celeste nella sfera celeste (spazio locale), in quanto l'orbita reale del pianeta si discosta dall'eclittica. Di conseguenza, dal momento che il Tasyīr è un metodo che consiste nello spostamento lungo l'eclittica, è necessario considerare la longitudine eclittica corrispondente alla declinazione (δ*) di un pianeta.
Per una migliore comprensione, si prenda come esempio la carta di nascita di Giovanni Falcone, magistrato italiano, nato a Palermo il 18 maggio 1939, alle 16h 35m.
Il magistrato, simbolo e incarnazione della lotta contro il fenomeno mafioso,  vera anima del c.d. Maxi processo contro le cosche dell'associazione mafiosa conosciuta come Cosa Nostra, ispiratore dell'istituzione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), è deceduto a seguito di un attentato dinamitardo subito mentre percorreva l'autostrada che separa l'aeroporto di Punta Raisi dalla città di Palermo, all'altezza dello svincolo di Capaci.
Nella sua carta di nascita, è possibile rinvenire la quadratura zodiacale e, soprattutto oraria, fra Marte e Saturno, resa ancor più forte dal fatto che i due malefici si trovano presso gli angoli. 
Secondo Vettio Velente, «questa figura coinvolge in grandi pericoli per la mano dei briganti o l’assalto dei nemici o per naufragio. Incorrono in morte violenta, alcuni cadono in servaggio e sovente corrono pericolo per il ferro il fuoco»; mentre per Doroteo di Sidone, «se Marte è elevato, essendo nel decimo luogo da Saturno e Saturno depresso, nel quarto da Marte [...] il nativo stesso non vivrà a lungo».
Inoltre, questo pronostico infausto è corroborato da altre configurazioni presenti: il Sole si trova nella Casa VIII molto vicino ad al-Ghul (β Persei); la Luna è prossima alla sizigia novilunica; l'Oroscopo (AS) è afflitto dalla quadratura di Marte e dall'opposizione di Saturno; la sorte lunare o di Fortuna (Tyché) è testimoniata da Saturno per opposizione; Venere, signore dell'Oroscopo (AS), in esilio, è danneggiata dalla congiunzione di Saturno e dalla quadratura di Marte; Saturno in caduta si colloca all'Occidente (DS).
Mediante il metodo del Tasyīr che si basa sulla declinazione (δ) dei pianeti si calcoli quando la sorte lunare o di Fortuna (Sahm al-sa‘āda) arriva alla longitudine eclittica corrispondente alla declinazione (δ*) di Marte.
La sorte lunare o di Fortuna (Sahm al-sa‘āda) si trova a 20°d 18' e, non avendo latitudine celeste (β) si trova sull'eclittica.
Marte si trova a 27° g 55’  e ha latitudine celeste (β) 02° S 05'.
Dal momento che possiede latitudine celeste (β), Marte non si trova sull'eclittica e la sua longitudine eclittica (λ) non esprime la sua reale posizione nella sfera celeste.
La declinazione (δ) corrispondente alla sua longitudine eclittica (λ) è  20° S 35'.
Dato che declinazione (δ) corrispondente alla sua longitudine eclittica (λ) che la latitudine celeste (β) di Marte sono entrambe meridionali, declinazione reale (δ*) di Marte si calcola sommando la latitudine celeste (β) alla eclinazione (δ) corrispondente alla sua longitudine eclittica (λ): 20° S 35' + 02° S 05' = 22° S 40' (valore molto vicino a quello calcolato dal software: 22° S 38').
Avvalendosi di apposite tavole (del c.d. primo mobile), si deve ricercare la longitudine eclittica (λ) corrispondente alla declinazione reale (δ*) di Marte: 15° f 34'. 
Sottraendo la longitudine eclittica della sorte lunare o di Fortuna (Sahm al-sa‘āda) da quello corrispondente alla declinazione reale (δ*) di Marte, si ottiene l'arco di eclittica da convertire in tempo: 15° f 34' - 20°d 18' = 55° 16'. 
Convertendo in tempo questo arco, si ottiene 55 anni, 3 mesi, 7,4 giorni.
Giovanni Falcone è deceduto a 53 anni, 5 giorni.


La differenza non deve sorprendere poiché, come fa intendere lo stesso Abī l-Rijāl (Abenragel), si tratta di un metodo approssimativo (ma non per questo da rigettare) di computo della datazione degli eventi che utilizza l'eclittica.  
Esiste anche un tasyīr dell’anniversario (Tasyīr al-tahwīl) per stabilire quali sono i pianeti che esercitano un’influenza durante un determinato anno.
Afferma Abī l-Rijāl (Abenragel): «L'Athazir in maniere differenti, in maniera diversa e in questo modo. Se vuoi conoscere la vita di qualcuno, assegna un anno a qualunque grado <zodiacale> dell'Athazir dell'Ascendente. La medesima operazione farai anche riguardo gli altri hyleg e gradi <zodiacali>, ma assegnerai un anno a qualsiasi trenta gradi <zodiacali> dell'Athazir delle rivoluzioni <degli anni>. Per esempio. L'Ascendente di un certo nativo si trovò al primo grado <del segno zodiacale> dell'Ariete che nel sesto anno <di vita> si dirigerà al primo grado <del segno zodiacale> della Vergine; da cui, l'intero segno <zodiacale> della Vergine sarà governatore di tutto quell'anno, dall'inizio fino alla sua fine.  Tuttavia, se quando in quel segno <zodiacale> siano caduti i raggi di molti pianeti, procederemo in questa maniera. Poniamo che i raggi di Venere colpiscano l'inizio <del segno zodiacale> della Vergine dall'opposizione: dunque, Venere governerà all'inizio di quell'anno finché il grado dell'applicazione si applicherà al raggio di un altro <pianeta>. Diremo inoltre che i raggi quadrati di Marte cadano nel quinto grado <del segno zodiacale> della Vergine: dunque, moltiplicherai i quattro gradi <zodiacali> passati di Venere per dodici e un sesto e ti verranno fuori quarantotto giorni e due terzi di giorni; e in quell'anno Venere governerà una tale quantità <di tempo> e in seguito Marte lo governerà per i suoi raggi che cadranno nel quinto grado <del segno zodiacale della Vergine>, finché <il grado dell'applicazione> non si applichi ai raggi di altri <pianeti>. Analogamente diremo che i raggi sestili di Giove cadranno nell'undicesimo grado <del segno zodiacale> della Vergine: osserva, dunque, i gradi <zodiacali> che abbiano governato il quadrato di Marte e ne troverai sei; moltiplica per dodici e una sesta <parte> e ti verranno fuori ottantatrè giorni. E, di conseguenza, procedi operando in questa manierà, mediante i raggi <dei pianeti> che cadono in quel segno <zodiacale>, finché l'anno non sia sia completato» [Abī l-Rijāl (Abenragel), cap. VII 'Sull'Athazir' (traduzione personale)].
Il procedimento esposto dall'autore arabo, abbastanza semplice e intuitivo, si fonda sull’equivalenza di 30° di longitudine eclittica (λ) con 1 anno (365,25 giorni).
Per dirigere lungo l’eclittica un luogo A conosciuto verso un luogo B sconosciuto (intihā), è sufficiente moltiplicare il numero di anni per 30°: dove cade il prodotto del calcolo si trova il luogo B.
L’anno da esaminare si estende dal luogo B a quello C che dista 30° dal primo (ossia: da B). I 30° successivi a quello dove cade il calcolo indica l’anno da esaminare.
Se all’interno di questi 30° sono presenti i corpi o cadono gli aspetti (raggi) di pianeti, a questi ultimi si devono assegnare periodi dell’anno sui quali esercitano influenza.
Il significato dei pianeti è quello universale o generale (in base alla loro natura) e quallo accidentale o particolare (in base alla Casa di cui sono signori).
Il luogo più importante da prorogare con questo metodo è, per Ibn Abī l-Rijāl (Abenragel), l’Oroscopo (AS), in quanto costituisce il significatore della vita, il corpo, lo spirito, il movimento, la permanenza e la buona reputazione, in una parola la vita nella sua interezza: «É possibile in ogni caso prorogare il tasyīr del grado dell'Ascendente, che si tratti di haylāj o meno. Permette di conoscere la condizione del corpo del nato recentemente (il nativo, n.d.s.), della sua salute e della sua malattia. Indica la vita e lo spirito. Il <pianeta> signore dell’hadd (il termine o confine, n.d.s.) del grado dell’Ascendente si chiama al-qāsim (il divisore, n.d.s.) o al-ŷār bujtār».
Si ritorni alla carta di nascita di Giovanni Falcone.
Facendo progredire in ragione di 30° di longitudine eclittica (λ) per anno, la sorte lunare o di Fortuna (Sahm al-sa‘āda) per il 53mo anno arriva a 20° i 18', nel termine di Marte.
Il primo aspetto che incontra è il sestile del Sole, posto nella Casa VIII di nascita. Questo pianeta estende il suo dominio sul Tasyīr della sorte lunare o di Fortuna (Sahm al-sa‘āda) per i primi 6° 29', corrispondenti ai primi 39,5 giorni a partire dall'istante della rivoluzione annuale (RS). 
Dal canto suo, anche il Tasyīr dell'Oroscopo (AS) posto a 26° d 21' giunge nel termine di Marte, incontrando come primo aspetto il sestile del Sole, posto nella Casa VIII di nascita. In questo caso, il luminare diurno estende il suo dominio sul Tasyīr dell'Oroscopo (AS) per i primi 5,25 giorni a partire dall'istante della rivoluzione annuale (RS). 
In ultimo, a conclusione, nella rivoluzione annuale (RS) per il 53mo anno, Marte si collocava nella Casa VIII, nel segno zodiacale opposto a quello occupato alla nascita dall'Oroscopo (AS) e dalla sorte lunare o di Fortuna (Sahm al-sa‘āda); e riceveva la prima applicazione della Luna.



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Il terzo, il settimo e il quarantesimo giorno della Luna

Nella tradizione astrologica di matrice ellenistica sono indicati alcuni giorni, successivi alla nascita, che acquistano importanza ai fini della formazione del giudizio sulle carte di nascita. Trattasi di momenti topici che alcuni autori hanno trasmesso mediante le loro opere e i lori scritti, suggerendo di osservarli ed esaminarli per una valutazione complessiva esaustiva delle geniture. Protagonista di questi momenti è la Luna, il luminare notturno, che proprio per il suo moto rapido (è il pianeta più veloce), per la sua prossimità alla Terra e per la mutevolezza apparente della sua forma (a causa della variabilità dell'illuminazione del suo disco) indica la dinamicità dell'esistenza la quale è Pánta rheî (πάντα ῥεῖ), scorrimento, un susseguirsi di eventi e accadimenti, la cui natura propizia o infausta dipende dalla posizione e dalle confugurazioni che interessano la Luna.
Nella sua poderosa opera dal titolo Antologie (Ἀνθολογίαί) Vettio Valente indica tre momenti topici: il terzo, il settimo e il quarantesimo giorno dopo la nascita. Si tratta di numeri di una certa rilevanza di quali si possono rinvenire tracce in vari campi, da quello esoterico a quello religioso.
Nella religione giudaico-cristiana, il 3 indica la totalità (Il simbolo della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo), ma anche il numero delle tentazioni (potere, ricchezza, fama) subite da Cristo nel deserto da parte del demonio o i giorni intercorrenti fra la morte e la resurrezione di Cristo; il 7 indica la perfezione delle opere di Dio; il 40 rappresenta il rinnovamento, la transizione, il cambiamento, un nuovo inizio (i 40 giorni e le 40 notti del Diluvio universale; i 40 giorni trascorsi nel deserto dal popolo ebraico prima di raggiungere la terra promessa; i 40 giorni e le 40 notti trascorse da Mosè sul Monte Sinai; i 40 giorni trascorsi da Cristo nel deserto; i 40 giorni intercorrenti fra la resurrezione e l'ascensione di Cristo; i giorni che costituiscono la Quaresima).
Per quanto concerne il terzo giorno dopo la sizigia novilunica, passando a considerazioni più squisitamente astrologiche, esso assume particolare importanza perché è quello in cui generalmente la Luna, emergendo dai raggi del Sole, compie la sua prima apparizione (prima falce crescente o Luna tenera).
L'emersione dai raggi del Sole, dopo il sinodo, è una fase avente il medesimo significato del sorgere di un corpo celeste all'orizzonte orientale. Nel passaggio da una condizione di invisibilità a una di visibilità è possibile ravvisare una nascita, analogamente a quanto avviene con la fuoriuscita del neonato dal ventre materno. Per questa ragione l'Oroscopo (AS), luogo in cui sorge il più importante e vitale dei pianeti, il Sole, è considerato un luogo afetico. 
Nel terzo giorno dopo la sizigia novilunica, la prima tenera falce di Luna appare verso occidente, mentre il Sole tramonta: questa immagine è assimilabile a quella del neonato emerso dal ventre della madre che incomincia la sua avventura in questa dimensione. Con la nascita inizia il periodo dell'allattamento, unica fonte di nutrimento e sostentamento dell'essere venuto alla luce. E, a tal proposito, afferma Giulio Firmico Materno: «Il terzo giorno il neonato assimila il suo primo nutrimento» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro III, cap. 14, § 10]. 
Data l'importanza della Luna nel terzo giorno successivo alla nascita, la tradizione astrologica ellenistica suggerisce di esaminare attantamente la sua posizione nello Zodiaco e le configurazioni che la riguardano. Doroteo di Sidone sostiene la necessità di esaminare il segno zodiacale nel quale compie ingresso la Luna nel terzo giorno successivo alla nascita, il pianeta signore per domicilio e per esaltazione di questo segno e il pianeta con il quale la Luna si configura: «E' necessario inoltre osservare il segno <zodiacale> nel quale fa ingresso la Luna nel terzo giorno a partire dalla natività, come saprai ciò dal luogo <della Luna> e del <pianeta> signore della <sua> esaltazione e quale <pianeta> si unisce ad essa e dal <pianeta> signore di questo e dal <pianeta> che lo osserva [...] Osserva, inoltre, il <pianeta> signore del segno <zodiacale> della Luna nel terzo giorno [...]» [Doroteo di Sidone, Pentateuco, libro I, cap. 12]. 
L'esame della condizione della Luna, del pianeta signore del domicilio e dell'eventuale esaltazione del segno zodiacale nel quale si trova e della natura (benefica oppure malefica) dei pianeti ai quali il luminare notturno si configura, permette di avere informazioni interessanti sulla condizione sia fisica (la Luna è uno dei significatori del corpo fisico) che di vita del nativo. Riguardo alle configurazioni della Luna e del segno zodiacale nel quale essa si trova, afferma Doroteo di Sidone: «E' necessario inoltre osservare il segno <zodiacale> nel quale fa ingresso la Luna nel terzo giorno a partire dalla natività [...]. Se i <pianeti> benefici osservano questo segno <zodiacale> ciò significa prima di tutto la bontà della <sua> educazione e la sua buona sorte. Se <la posizione> è sfortunata e i <pianeti> malefici lo osservano, ciò indica la sua miseria » [Doroteo di Sidone, Pentateuco, libro I, cap. 12].
Vettio Valente, Retorio ed Efestione di Tebe affermano che, oltre al terzo, è necessario esaminare la posizione della Luna anche nel settimo e nel quarantesimo giorno dopo la nascita.
Incominciando dal primo, Vettio Valente dichiara: «Il terzo, settimo e quarantesimo giorno della Luna come segue: supponiamo che la Luna si trovi a 7° Scorpione; il terzo giorno si troverà a 7° Sagittario. Nella carta di natività, il settimo <giorno la Luna> si troverà in quadratura a 7° Aquario. Il quarantesimo <giorno, la Luna> si troverà a 7° Toro» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro I, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon']. L'autore ellenistico espone in modo esemplificativo le posizioni della Luna a partire dalla sizigia novilunica. Osservando il moto lungo la sua orbita la Luna, dopo tre giorni dalla sizigia novilunica, compie il sorgere eliaco (prima falce); dopo sette giorni, si trova al primo quarto (quarto crecente); dopo quaranta giorni la Luna ha compiuto quasi un ciclo sinodico e mezzo, posizionandosi poco prima del plenilunio (gibbosa crescente). Questo computo trova conferma in alcuni esempi di geniture illustrate da Efestione di Tebe nella sua opera Apotelesmaticorum libri tres.
In particolare, al fine di spiegare il metodo, illustrando una carta di nascita con la Luna posta a 15° `, Efestione di Tebe afferma: «Il terzo giorno della Luna sarà nel <segno zodiacale del> Granchio, il settimo nel <segno zodiacale del>la Vergine, e il quarantesimo nel <segno zodiacale del>lo Scorpione» [Efestione di Tebe, Apotelesmaticorum libri tres, libro II, cap. 18 'Riguardo la sorte relativa alla posizione sociale'].
Qualche secolo dopo, Retorio conferma quanto sostenuto da Valente: «<La terza considerazione è che tu studi la Luna e il <pianeta> suo signore e il <pianeta> signore dei termini, e il <pianeta> signore della triplicità, e la sua <posizione nel> terzo, e nel settimo e nel quarantesimo giorno [...]» [Retorio, Compendium, cap. 54]; «e osserva anche il terzo e il settimo e il quarantesimo giorno della Luna» [Retorio, Compendio, § 77].
In ultimo, Efestione di Tebe conferma i precedenti autori: «è [...] necessario esaminare [...] anche il terzo e il settimo e il quarantesimo giorno dalla nascita, proprio come nella natività» [Efestione di Tebe, Apotelesmaticorum libri tres, libro II, cap. 18 'Riguardo la sorte relativa alla posizione sociale'].
Nella tradizione astrologica, soprattutto quella ellenistica, l'esame della Luna e delle configurazioni che formava nel terzo giorno successivo alla nascita permetteva di dare informazioni preziose. Troviamo traccia di ciò in alcuni autori come Doroteo di Sidone e Giulio Firmico Materno.
Secondo Doroteo di Sidone: «E' necessario inoltre osservare il segno <zodiacale> nel quale fa ingresso la Luna nel terzo giorno a partire dalla natività, come saprai ciò dal luogo <della Luna> e del <pianeta> signore della <sua> esaltazione e quale <pianeta> si unisce ad essa e dal <pianeta> signore di questo e dal <pianeta> che lo osserva» [Doroteo di Sidone, Pentateuco, libro I, cap. 12]. E', dunque, essenziale esaminare il segno zodiacale nel quale compie ingresso la Luna nel terzo giorno successivo alla nascita, il pianeta signore per domicilio e per esaltazione di questo segno e il pianeta con il quale la Luna si configura. Da questo esame è possibile trarre giudizi sull'esistenza e sulla sorte del nativo: «Esso indica il nativo perché, se i <pianeti> benefici osservano questo segno <zodiacale> ciò significa prima di tutto la bontà della <sua> educazione e la sua buona sorte. Se <la posizione> è sfortunata e i <pianeti> malefici lo osservano, ciò indica la sua miseria. Osserva, inoltre, il <pianeta> signore del segno <zodiacale> della Luna nel terzo giorno e segnalo, ma se lo trovi in una buona posizione che risplende nella sua luce o i <pianeti> benefici lo osservano, allora il nativo ha condizioni e mezzi di sussistenza mediocri, non è né fortunato, né indigente. Se <la posizione> è diversa, allora ciò è miseria» [Doroteo di Sidone, Pentateuco, libro I, cap. 12]. 
Secondo Vettio Valente, «Generalmente, essi rilevano le natività fortunate, sfortunate e medie in base ai terzi, settimi e quarantesimi giorni. Se queste posizioni <della Luna> sono osservate da <pianeti> benefici in luoghi operativi, e non da <pianeti> malefici, allora puoi predire una buona sorte straordinariamente notevole. Se due di queste posizioni <della Luna> sono osservate da <pianeti> benefici e una da <pianeti> malefici, allora puoi prevedere una sorte media. Se <tutte e> tre <di queste posizioni della Luna> sono osservate da <pianeti> malefici, con i <pianeti> benefici che osservano altrove, allora prevedi sfortuna. Se la situazione è mista, dì nella media» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro I, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon']. 
Dello stesso tenore, Firmico Materno: «In tutte le carte <di natività> devi, innanzitutto, osservare il percorso della Luna; non solo nel primo giorno nel quale il nativo inizia il primo passo della sua vita, ma con attenzione il terzo giorno. [...] Perché il terzo giorno il nativo assimila il nutrimento» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro III, cap. 14, § 10].
Riguardo all'assimilazione del nutrimento, è necessario che il neonato si liberi del meconio, il quale è la sostanza costituita dal materiale (liquido amniotico, cellule epiteliali intestinali, muco, bile e acqua) ingerito dal feto e presente nel suo intestino durante la vita intrauterina. Il primo movimento intestinale del neonato, dunque, consiste nell'espulsione del meconio; solo dopo tale espulsione, il neonato è pronto a ricevere ed assimilare il nutrimento ricevuto con il latte materno. A tal fine un ruolo fondamentale è svolto dal colostro, il primo tipo di latte materno prodotto dopo il parto. Normalmente, l'epulsione del meconio deve avvenire entro 24-48 ore dal parto. A questo punto appare chiaro il senso dell'affermazione di Firmico: «il terzo giorno il nativo assimila il nutrimento».  Questo concetto è confermato anche da un altro astrologo ellenistico, Efestione di Tebe: «Esamina il terzo giorno della natività, in cui il bambino comincia a prendere nutrimento» [Efestione di Tebe, Apotelesmaticorum libri tres, libro II, cap. 24 'Riguardo i viaggi all'estero']. L'importanza del terzo giorno viene affermata anche da Doroteo di Sidone: «E' necessario anche osservare il segno <zodiacale> nel quale fa ingresso la Luna nel terzo giorno» [Doroteo di Sidone, Pentateuco, libro I, cap. 12 'Esame relativo all'educazione del nativo, alla sua condizione e al suo sostentamento'].  
Riguardo al terzo giorno, Firmico Materno raccomanda di osservare le applicazioni e le deflussioni della Luna, se crescente o calante di luminosità e la natura dei pianeti ai quali si configura: «Osserva a quale pianeta si unisce la Luna stessa e con quale aspetto; verso quale <pianeta> e da quale <pianeta> si sta spostando. [...] Perciò, nel terzo giorno devi osservare se la Luna è decrescente o piena di luminosità, e in che misura i pianeti benefici e <quelli> malefici sono in aspetto. Per cui, il terzo giorno, come il primo, determina ogni cosa e nello stesso modo. Se queste informazioni sono raccolte con attenzione, non saremo mai comfusi o messi in disordine nell'esporre i destini degli uomini» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro III, cap. 14, § 10]. Questo esame deve essere eseguito anche quando si analizza la Luna nel settimo e nel quarantesimo giorno dopo la nascita. Dichiara, infatti, Retorio: «<La terza considerazione è che tu studi la Luna e il <pianeta> suo signore e il <pianeta> signore dei termini, e il <pianeta> signore della triplicità, e la sua <posizione nel> terzo, e nel settimo e nel quarantesimo giorno, e le sue congiunzioni e separazioni e apparizioni, e le latitudine dei venti, e i suoi nodi [...] e se è crescente o <decrescente> di moto o luminosità, e i suoi dodecatemori, e se procede lenta oppure veloce, e se si trova negli ultimi gradi di un segno <zodiacale>» [Retorio, Compendium, cap. 54]. 
Per Firmico Materno il terzo giorno successivo alla nascita è talmente importante da affermare che ha lo stesso valore del giorno natale: «Il primo e il terzo giorno di vita hanno lo stesso significato» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro IV, cap. 1, § 7]. Sempre riguardo al terzo giorno, dichiara Firmico Materno: «La Luna è o sinodica, piena, mezza, nuova, o gibbosa. Mentre muta dall'una all'altra termina il mese di luminosità. Quindi, dobbiamo osservare l'apparenza mutevole delle sue forme, calcolando la carta nel primo e nel terzo giorno; anche i suoi aspetti; verso quale pianeta si muove e da quale si allontana; e con quale <pianeta> la stessa <Luna> si unisce nel secondo aspetto dopo il primo; con quale <pianeta> entra in aspetto mentre si avvicina; quando si sposta in alto, o quando si sposta in basso; quali pianeti essa osserva o in trigono, quadrato oppure opposizione; quando e verso quale pianeta si sposta quando <è>piena o quando decrescente; in quale delle sue fasi osserva i vari pianeti; quando entra in congiunzione con il Sole. Dobbiamo studiare tutte queste <cose> in modo da poter raggiungere la piena scienza della previsione» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro IV, cap. 1, § 10].
Se nel terzo giorno successivo alla nascita, la Luna si trova in cattiva condizione e configurata con i pianeti malefici, ciò non è di buon auspicio per la salute del nativo. Infatti, secondo Firmico Materno, i nativi «soffrono di ferite infette o di umori maligni sotto la pelle che aggrediscono le loro articolazioni, soprattutto se la Luna [...] si trova in opposizione o in aspetto quadrato a Marte o a Saturno nel primo o nel terzo giorno» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro IV, cap. 1, § 10]. Doroteo di Sidone sostiene che il segno zodiacale nel quale fa ingresso la Luna nel terzo giorno indica il nativo, con la conseguenza che «se i <pianeti> benefici osservano questo segno <zodiacale>, ciò indica la bontà della <sua> educazione e la <sua> buona sorte; se [...] lo osservano i <pianeti> malefici, ciò indica la sua miseria» [Doroteo di Sidone, Pentateuco, libro I, cap. 12]. Dal canto suo, Retorio osserva: «Tuttavia, il terzo giorno della Luna, con la possibilità di trovarsi <la Luna> in un segno <zodiacale> quadrupede e osservato dai <pianeti> malefici, significa che i nativi saranno mostri o quadrupedi; ma se, assieme a questi posizionati così, il terzo giorno si trova osservato da <pianeti> malefici, e il <pianeta> signore del novilunio o del plenilunio precedente, si è allontanato dall'Oroscopo e dal <pianeta> suo reggente indica la stessa cosa» [Retorio, Compendium, cap. 54]. 
Riguardo il terzo giorno, Firmico Materno riporta, come esempio, la genitura di un uomo di nome Albino, indicandone le posizioni alla nascita: congiunzione Sole/Giove nel segno dei i, la Luna nel segno del a, la congiunzione Mercurio/Marte nel segno dell'h, Venere nel segno del _, Saturno nel segno della c, l'Oroscopo (AS) nel segno dello e.
Nel terzo giorno successivo alla nascita, la Luna passa nel segno del b, opponendosi a Marte nel segno dell'h. Secondo Firmico Materno questa configurazione della Luna a Marte formatasi nel terzo giorno successivo alla nascita ha reso il nativo «indebolito nel corpo e alla fine un esule» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro II, cap. 29, § 16]. Tuttavia, dal momento che alla nascita la Luna era in trigono con Giove e che quest'ultimo era in trigono con l'Oroscopo (AS), il nativo non ha avuto una morte violenta ed è stato liberato dall'esilio. La debolezza fisica e il temporaneo esilio di Albino vengono ricondotti da Firmico Materno all'opposizione della Luna a Marte nel terzo giorno successivo alla nascita: «nel terzo giorno la Luna, collocata in Leone, quando <si trova> pieni di luminosità, si configura in opposizione a Marte. Perciò, questo giorno, che è il terzo <dopo la natività>, è molto importante nella natività» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro II, cap. 29, § 16].
Sempre secondo Firmico Materno, «il settimo e l'undicesimo giorno mostrano, attraverso la Luna, l'intera sostanza della vita» [Giulio Firmico Materno, Matheseos libri octo, libro IV, cap. 1, § 7].
Per quanto concerne il quarantesimo giorno dopo la nascita, la posizione della Luna offre indicazioni sulla qualità della morte (secondo R. Allendy, il numero 40 esprime «la realizzazione di un ciclo nel mondo o meglio il ritmo delle ripetizioni cicliche dell’Universo»).
La presenza di pianeti malefici o di Mercurio nel segno zodiacale occupato dalla Luna nel quarantesimo giorno dopo la nascita è indice di morte violenta. A questo proposito, afferma Vettio Valente: «Se Saturno, Marte o Mercurio sono situati nel segno <zodiacale della Luna> nel quarantesimo giorno, essi indicano morte violenta» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro II, § 41 'Le morti violente']. Similmente, Retorio sostiene che «per il quarantesimo <giorno>, il muoversi <della Luna> verso un <pianeta> malefico fa morire violentemente quei <nativi>» [Retorio, Compendium, cap. 77]. Dal canto suo, illustrando una genitura, Efestione di Tebe afferma che la Luna osservata dai pianeti malefici, Marte e Saturno, può causare morte violenta: «Nel quarantesimo giorno, la Luna si trova in Granchio, Ares (Marte, n.d.s.) in Ariete, e risulta che in quel giorno i due <pianeti> malefici osservano la Luna, Kronos (Saturno, n.d.s.) diametricamente e Ares (Marte, n.d.s.) dal quadrato a destra; anche ciò divenne, dunque, causa della sua pessima morte» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro II, § 41 'Le morti violente'].
Indice di morte violenta non è solo il configurarsi della Luna con i pianeti malefici nel quarantesimo giorno dalla nascita. Secondo Valente, la presenza dei pianeti malefici nella Casa VI, VII e VIII a partire dall'Oroscopo (AS), così come nel luogo VIII a partire dalla sorte lunare o di Fortuna (Tychê) può essere indice di morte violenta [cfr. Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro II, § 41 'Le morti violente']. Si riportano alcune indici di morte violenta indicati da Retorio: il trovarsi il pianeta signore della sorte lunare di Fortuna (Tychê) oppure di quella solare o del Genio (Daîmon) sotto i raggi del Sole [cfr. Retorio, Compendium, cap. 48]; l'essere il pianeta signore della triplicità del luminare (il Sole e la Luna) della setta o fazione osservato dai pianeti malefici [cfr. Retorio, Compendium, cap. 54]; il trovarsi la sizigia novilunica o plenilunica precedente la nascita e i pianeti suoi signori osservati dai pianeti malefici, essendo tale sizigia in luogo incongiunto o disgiunto oppure opposta ai pianeti suoi signori [cfr. Retorio, Compendium, cap. 54]; l'essere il pianeta signore del termine o confine dell'Occidente (DS) un malefico sotto i raggi del Sole oppure uno stazionario o retrogrado [cfr. Retorio, Compendium, cap. 77]; il trovarsi Mercurio o Venere alla massima elongazione dal Sole [cfr. Retorio, Compendium, cap. 77].
Per quanto concerne il computo, afferma Valente: «Il terzo, settimo e quarantesimo giorno della Luna come segue: supponiamo che la Luna si trovi a 7° Scorpione; il terzo giorno si troverà a 7° Sagittario. Nella carta di natività, il settimo <giorno la Luna> si troverà in quadratura a 7° Aquario. Il quarantesimo <giorno, la Luna> si troverà a 7° Toro. Alcuni sommano 160° alla posizione della Luna alla natività e contano questa quantità a partire dal segno <zodiacale> della Luna. Altri aggiungono alla posizione della Luna alla natività <le sue posizioni> nel terzo, settimo e quarantesimo giorno, quindi, dopo aver fatto il calcolo, giudicano la Luna in quei luoghi» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro I, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon'].
I metodi di calcoli esposti da Valente sono i seguenti:

1) il primo consiste nell'utilizzare la stessa longitudine eclittica relativa della Luna riportandola per il terzo giorno nel segno zodiacale successivo a quello della Luna di nascita; per il settimo giorno nel segno zodiacale in quadratura a quello della Luna di nascita; e per il quarantesimo giorno, nel segno zodiacale in opposizione a quello della Luna di nascita;
2) il secondo consiste nell'aggiungere 160° alla  longitudine eclittica assoluta della Luna di nascita, per il quarantesimo giorno.  

Per completamento, alcuni semplificano redigendo la carta del terzo, del settimo e del quarantesimo giorno utilizzando l'orario di nascita.
Secondo me il metodo da utilizzare è quello di prendere in considerazione il mese lunare, consistente nel lasso di tempo intercorrente fra due sizigie noviluniche e la cui durata media è 29 giorni, 12h, 44m, 2,9s (ovvero 29,530589 giorni). All'interno di ciascun mese lunare, la Luna impiega mediamente 2,2767985 giorni per attraversare ogni segno zodiacale [il tempo impiegato dipende dalla velocità del moto orbitale, a seconda se il luminare notturno si trovi presso il perigeo (più veloce) oppure presso l'apogeo (più lenta)].
Si tratta di un approccio più razionale e scientifico, maggiormente aderente al dato astronomico citato testualmente dallo stesso Valente all'interno di un contesto discorsivo nel quale afferma: «E il mese della Luna è di 29 giorni e mezzo, il suo anno di 354 giorni» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro I, cap. 12 'Riguardo le fasi della Luna'].
Pertanto, la posizione della Luna nel terzo, settimo e quarantesimo giorno dopo il momento della nascita dovrebbe essere individuata facendo riferimento proprio al mese lunare medio.
Il metodo di calcolo da me utilizzato si basa sulla proporzione fra il mese lunare medio (ovvero 29,530589 giorni) e la durata media del mese del calendario civile (ovvero: 30,41666666666667 giorni). 
Si passi a esaminare brevemente la carta di nascita dell'attrice Vera Jayne Palmer, in arte Jayne Mansfield, nata Lower Merion (USA), il 19 aprile 1933 alle 09h 11m.
Osservando la carta di nascita, è possibile notare che la Luna calante e posta nel luogo della sua tristezza (la Casa IX) è afflitta dall'opposizione di Marte, signore per esaltazione della Casa VIII e posto nella Casa III (il luogo del movimento e degli spostamenti). Inoltre, la Luna si trova assieme a Saturno, signore della Casa VIII, nello stesso segno zodiacale (h); e la sorte lunare o di Fortuna (Tychê) è combusta e disposta da Marte.
I due pianeti benefici sono, in qualche modo, danneggiati e indeboliti. Venere è combusta; Giove, posto all'Anticulmine (FC), è retrogrado. 
Infine, per quanto concerne le stelle fisse, il Sole Afeta è testimonato da al-Ghul (β Persei), stella fissa avente natura Saturno/Giove, considerata la più nociva e sfortunata del Cielo.
A questo
punto, si rediga la carta per il quarantesimo giorno lunare che, sulla base del mese lunare, viene a cadere 38,83474717808219 giorni dopo la nascita. 
La corrispondente carta, redatta per il luogo di nascita, cade il 28 maggio 1933 alle 10h 13m 02s (UT).
Preliminarmente, si può notare che la posizione della Luna nel quarantesimo giorno (a 20° a) è corretta, in quanto viene a situarsi nel segno zodiacale che precede quello opposto alla posizione della Luna di nascita (a 28° h). 
E' possibile notare che Mercurio, signore dell'Oroscopo (AS), è combusto e afflitto dalla quadratura destra di Marte, signore per esaltazione della Casa VIII. 
Saturno, signore della Casa VIII, si trova esattamente sulla cuspide del luogo VIII a partire dalla sorte lunare o di Fortuna (Tychê).
La morte è avvenuta per incidente automobilistico. Nella carta la Luna, primo signore della Casa III, è velocissima di moto; il Sole, secondo signore della Casa III, si trova nella Casa XII, afflitto dalla quadratura di Marte. 
I due pianeti benefici sono, in qualche modo, danneggiati. Venere, pur trovandosi all'Oroscopo (AS), è sotto i raggi del Sole e riceve la quadratura destra di Marte; Giove è occidentale al Sole, in esilio, congiunto a Marte e signore dell'Occidente (DS). 
In ultimo, si può aggiungere che alcune stelle di natura violenta testimoniano luoghi importanti e vitali: Aldebaran (α Tauri), stella fissa avente natura fondamentalmente marziale, sta sorgendo all'Oroscopo (AS); e Pollux (β Geminorum), anch'essa stella fissa avente natura marziale, si trova in congiunzione oraria con la Luna.



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L'Aphesis, una tecnica di determinazione dei periodi della vita

L’Aphesis, conosciuto nel mondo anglosassone come zodiacal releasing (rilascio zodiacale), costituisce una potente tecnica dei signori del tempo (cronocratori), la quale divide l'esistenza di un individuo in intervalli di tempo distinti.  Assimilabile a un libro, diviso in capitoli e paragrafi, la vita appare come una narrazione continua agli occhi dello studioso.
A differenza delle perfezioni, che si limitano allo studio dei singoli anni, l'Aphesis può fornire informazioni su periodi di tempo più ampi che comprende più anni e anche decenni.
Questa tecnica viene esposta e illustrata da Vettio Valente, astrologo ellenistico del II° Sec. d.C., nel libro IV della sua opera Anthologiarum libri IX, il più lungo e dettagliato trattato di Astrologia dell'epoca sopravvissuto e pervenuto in età moderna.
L'autore ellenistico descrive questa tecnica come un metodo molto potente ed efficace per l'individuazione delle varie fasi dell'esistenza di un individuo: «Adesso aggiungerò questo metodo davvero potente» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon'].
La tecnica consiste nel fra progredire i singoli periodi e, all'interno di questi, i singoli sotto-periodi nella misura di un segno zodiacale per ciascuno di questi. 
Lo spostamento da un periodo oppure di un sotto-periodo all'altro avviene dopo che sia decorso un numero, rispettivamente, di anni (per i periodi) oppure di mesi (per i sotto-periodi) assegnati a ciascun segno zodiacale (c.d. distribuzione).
La distribuzione assegna una quantità di tempo (anno per i periodi e mesi per i sotto-periodi) equivalente a: 15 per l'^, 8 per il _, 20 per i `, 25 per il a, 19 per il b, 20 per la c, 8 per la d, 15 per lo e, 12 per il f, 27 per il g, 30 per l'h, 12 per i i.
La quantità di tempo assegnata a ciascun segno zodiacale discende direttamente da quella di ciascun pianeta signore del suo domicilio: 19 per il Sole, 25 per la Luna, 20 per Mercurio, 8 per Venere, 15 per Marte, 12 per Giove, 30 per Saturno. 
A questa regola fa eccezione il g al quale viene assegnato una quantità di tempo di 27, anziché di 30. A questo proposito, Valente offre una spiegazione: «L'Acquario assegna 30 anni, il Capricorno 27. La motivazione: il Sole governa un periodo massimo di 120 anni, metà dei quali è 60. La metà di questo, 30, è assegnato all'Acquario, il segno <zodiacale> in opposizione (al segno zodiacale del Leone, domicilio del Sole, n.d.s). La Luna governa un periodo massimo di 108 anni, metà dei quali è 54. La metà di questo, 27, è assegnata al Capricorno, il segno <zodiacale> in opposizione (al segno zodiacale del Granchio, domicilio della Luna, n.d.s). Il totale per questi due segni <zodiacali> è 57, che è il periodo massimo di Saturno» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon']. 
Per l'assegnazione dei sotto-periodi all'interno di ciascun periodo, si procede sempre iniziando dal segno zodiacale del periodo stesso, procedendo secondo l'ordine o successione dei segni zodiacali, attribuendo a ogni segno zodiacale un quantitivo di mesi equivalenti a quelli del pianeta signore del suo domicilio. 
[Esempio. Se il computo inizia dal g, il periodo ha una durata di 27 anni. Il primo sotto-periodo viene assegnato al g stesso e ha una durata di 27 mesi; il secondo sotto-periodo all'h e ha una durata di 30 mesi; il tezo sotto-periodo ai i e ha una durata di 12 mesi; e così procedendo secondo la progressione dei segni zodiacali].
Può accadere che un periodo (quello superiore a 17 anni) sia talmente ampio da permettere una ripetizione della sequenza dei sotto-periodi. In tal caso, la ripetizione dei sotto-periodi inizia dal segno zodiacale opposto a quello del periodo, continuando la distribuzione da tale segno zodiacale in avanti.
[Esempio. Il periodo assegnato al g ha una durata di 27 anni. Quando con il susseguirsi dei sotto-periodi si giunge nuovamente al g, la sequenza riprende dal segno zodiacale opposto a questo, il a]. In tal modo si viene a verificare un salto nella sequenza o successione dei sotto-periodi, che viene definito allentamento del legame o rottura della sequenza (loosing of the bond or breaking of the sequence), proprio perché letteralmente si interrompe la sequenza secondo l'ordine dei segni zodiacali attivati nei sotto-periodi. A questo proposito, afferma Valente: «siccome il circolo dei 12 segni <zodiacali> comprende 17 anni 7 mesi, assegneremo il restante tempo usando i segni <zodiacali> in opposizione» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 7 'La distribuzione delle cronocrazie iniziando con la sorte di Fortuna e con il Daimon'].
I due luoghi presi in considerazione da Vettio Valente per l'inizio dei periodi sono due sorti o parti, quella lunare o di Fortuna (Tychê) e quella solare o del Genio o dello Spirito (Daîmon). Afferma, a questo proposito, Valente: «Incominciamo il settore vitale con la sorte di Fortuna e con il Daimon» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon']. 
Queste sorti sono prese in considerazione poiché l'una, quella lunare (Tychê), significa il corpo, e la condizione fisica dell'individuo; l'altra, quella solare (Daîmon), la sua realizzazione personale e sociale, la capacità di conseguire obiettivi e traguardi durante l'esistenza. Dichiara Valente: «Universalmente parlando, la Luna è sorte, corpo, e anima, e quando ci invia le sue emanazioni dalla sua posizione vicino alla Terra, provoca idonei effetti, dal momento che domina la nostra costituzione fisica. Il Sole è la mente cosmica e la divinità. Stimola le anime degli esseri umani all'azione attraverso la propria energia e natura ispiratrice d'amore, e diventa la causa dell'occupazione e progresso. Perciò, se stiamo studiando i cronocratori per quanto riguarda l’esistenza fisica, come per esempio i punti critici delle malattie, emorragie, cadute, ferite, infermità, e tutto ciò che interessa il corpo per quanto riguarda la forza, il godimento, il piacere, la bellezza o le relazioni amorose, allora dobbiamo iniziare il settore vitale con la sorte di Fortuna. […] Se invece stiamo studiando la professione o la posizione sociale, allora inizieremo le cronocrazie con Daimon come afeta» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon']. 
Data l'importanza del loro significato, le due sorti costituiscono i luoghi di partenza del settore vitale (da cui il nome Aphesis di questa tecnica). 
Secondo Valente, il settore vitale (Aphesis) si deve far incominciare, nelle nascite maschili, dalla sorte solare o del Genio o dello Spirito (Daîmon) e, in quelle femminili e dei bambini, dalla sorte lunare o di Fortuna (Tychê), poiché la prima ha natura solare (pianeta maschile) e la seconda lunare (pianeta femminile e alla quale è assegnata l'età dell'infanzia). Afferma, a questo proposito, Valente: «Inoltre, per le natività maschili, il settore vitale si trova solitamente ad iniziare da Daimon, poiché queste natività partecipano ad attività costituite da discorsi, dare e ricevere, affidare. Per le natività femminili <il settore vitale> inizia dalla sorte della Fortuna per via delle loro funzioni corporee. Allo stesso modo per le natività infantili è necessario iniziare il vitale settore con la sorte di Fortuna fino al <tempo in cui> la natività può mostrare prova a favore del suo pieno sviluppo o della sua occupazione» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon'].  
In una genitura può accadere che entrambe le sorti, quella lunare o di Fortuna (Tychê) e quella solare o del Genio (Daîmon), si vengano a trovare nello stesso segno zodiacale: in tale caso, per le previsioni relative all'andamento della posizione sociale e della professione si deve partire dal segno zodiacale immediatamente successivo. Afferma Valente: «Quando <la sorte del> Demone e <la sorte di> Fortuna si trovino nello stesso segno <zodiacale>, ricaveremo previsioni sulla costituzione fisica da quello stesso segno <zodiacale>, ma le previsioni sull'attività dal segno <zodiacale> immediatamente successivo» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon']. Allo stesso modo, si deve operare nel caso di natività avvenute sotto un novilunio oppure un plenilunio, soprattutto se notturne oppure avvenute con il novilunio all'anti-culmine (FC) e le sorti in quadratura con l'Oroscopo (AS) e l'Occidente (DS): «Inoltre possiamo <usare> lo stesso afeta per le natività noviluniche oppure pleniluniche, poiché in quei momenti la sorte <di Fortuna> e <la sorte di> Daimon cadono nello stesso segno <zodiacale>, ma quando indaghiamo i cronocratori in tali natività per quanto riguarda la salute fisica, faremo partire il settore vitale proprio da quel segno <zodiacale>, ma la cronocrazia riguardo all'attività in quello immediatamente successivo alla sorte. Questo è particolarmente vero per le natività notturne o per quelle geniture che hanno il novilunio all'Imo Cielo di conseguenza hanno gli angoli quadrati con i sorti» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon'].
Un condizione importante ed essenziale è che entrambe le sorti e i pianeti loro signori siano ben posizionati in una genitura. Se la sorte lunare o di Fortuna  (Tychê) o il pianeta suo signore sono mal disposti, per l'esame del corpo e delle condizioni fisiche durante l'esistenza si prende in conisderazione la sorte solare o del Genio (Daîmon); viceversa, se la sorte solare o del Genio (Daîmon) o il pianeta suo signore sono mal disposti, per l'esame della professione e della realizzazione personale durante l'esistenza si prende in considerazione la sorte lunare o di Fortuna  (Tychê). Afferma, infatti, Valente: «Presta attenzione che se la sorte di Fortuna o il <pianeta> suo signore sono mal disposti, la sorte di Daimon distribuirà entrambe le qualità fisiche e attive. Similmente, la <sorte di> Fortuna farà la distribuzione di entrambe le qualità, se la sorte di Daimon o il <pianeta> suo signore sono sfavorevolmente disposti e lo stesso vale per i <pianeti> controllori e <quelli> signori del domicilio» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 4 'La distribuzione dei cronocratori, incominciando con la sorte di Fortuna e il Daimon']. 
Come nelle altre tecniche previsionali, anche per l'Aphesis è necessario esaminare il luogo che trasmette o transitante e quello che riceve o transitato, in quale Casa entrambi i luoghi si trovano, se si tratta di Casa angolare (I, X, VII, IV) oppure declinante (XII, IX, VI, III) e se sono armonici o dissonanti fra di loro. Afferma Valente: «Sarà necessario osservare il trasmettitore e il ricevitore della distribuzione per vedere se si trovano in un angolo o se precedono un angolo, oppure se sono in armonia o sono contrari» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 7 'La distribuzione dei cronocratori usando la sorte della Fortuna e il Daimon. I transiti degli astri e dei signori dei segni <zodiacali>. Il novilunio e il plenilunio, con esempi. La mutua trasmissione'].
Se in una genitura il luogo che trasmette o transitante e quello che riceve o transitato si trovano in Case angolari (I, X, VII, IV) e i pianeti loro signori si trovano anch'essi in Case angolari (I, X, VII, IV), rispettando la loro fazione e configurandosi con i pianeti benefici, il relativo periodo o sotto-periodo si viene a caratterizzare per notorietà e successo. Dichiara, infatti, Valente: «Se la distribuzione, quando calcolata per segno <zodiacale>, avviene da un luogo <posto> in un angolo ad un altro luogo <posto> in un angolo, e se allo stesso tempo, i <pianeti> signori dei segni <zodiacali> di questi luoghi si trovano negli angoli, nella stessa setta, e hanno <pianeti> benefici in aspetto, portano una notevole ed eminente cronocrazia» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 7 'La distribuzione dei cronocratori usando la sorte della Fortuna e il Daimon. I transiti degli astri e dei signori dei segni <zodiacali>. Il novilunio e il plenilunio, con esempi. La mutua trasmissione'].
Se, invece, pur trovandosi i suddetti luoghi in Case angolari (I, X, VII, IV), i pianeti loro signori si trovano in Case cadenti (XII, IX, VI, III) o si configurano con pianeti malefici, il relativo periodo o sotto-periodo è mutevole e instabile, caratterizzato da un'alternarsi di successi e fallimenti. Afferma Valente: «Se i luoghi si trovano negli angoli, ma i <pianeti> loro signori precedono gli angoli o hanno <pianeti> malefici in aspetto, indicano che la cronocrazia sarà turbata, soggetta ad alti e bassi» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 7 'La distribuzione dei cronocratori usando la sorte della Fortuna e il Daimon. I transiti degli astri e dei signori dei segni <zodiacali>. Il novilunio e il plenilunio, con esempi. La mutua trasmissione']. 
Se, infine, sia i suddetti luoghi che i pianeti loro signori si trovano in Case cadenti (XII, IX, VI, III), allora il relativo periodo o sotto-periodo è pessimo e pieno di traversie. Dichiara Valente: «Se ogni luogo rilevante si trova ad essere precedente un angolo, la cronocrazia sarà terribile, portando accuse e pene; il nativo sarà coinvolto in viaggi e cambiamenti nelle attività durante questi periodi» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 7 'La distribuzione dei cronocratori usando la sorte della Fortuna e il Daimon. I transiti degli astri e dei signori dei segni <zodiacali>. Il novilunio e il plenilunio, con esempi. La mutua trasmissione']. 
Nel formulare previsioni con questa tecnica è necessario considerare in che Casa si trova alla nascita il segno zodiacale attraversato dalla sorte (quella lunare o di Fortuna e quella solare o del Genio) oppure in che Casa e con quali pianeti è configurato alla nascita il pianeta signore di questo segno zodiacale. 
Se il segno zodiacale attraversato dalla sorte alla nascita si trova in Casa angolare (I, X, VII, IV) e il pianeta suo signore alla nascita si trova in Casa angolare e configurato con pianeti benefici, il nativo gode di ottima salute (se si esamina la condizione fisica) e di successi personali e professionali (se si esamina la posizione sociale e professionale); se il segno zodiacale attraversato dalla sorte alla nascita si trova in Casa cadente (XII, IX, VI, III) e il pianeta suo signore alla nascita si trova in Casa cadente e configurato con pianeti malefici, il nativo non gode di buona salute (se si esamina la condizione fisica) e vi possono essere insuccessi personali e professionali (se si esamina la posizione sociale e professionale). Afferma, a questo proposito, Valente: «Se un pianeta che controlla la cronocrazia pertinente alla salute sta attraversando un segno <zodiacale> che non si trova in un angolo, o se il <pianeta> suo signore non si trova in un angolo e ha aspetti malefici, il nativo sarà malaticcio, soggetto a sanguinamento e pericoli. Se un astro che controlla la cronocrazia <delle questioni> governate da Daimon non si trova in un angolo e ha un <pianeta> malefico in congiunzione o in aspetto con il <pianeta> signore del suo segno <zodiacale>, il nativo agirà in modo inefficace, sarà sfortunato, sarà mentalmente instabile e rovinato nelle sue attività e imprese. Se il pianeta che controlla tale cronocrazia si trova in un segno <zodiacale> igneo con <pianeti> malefici in congiunzione o in aspetto, soffrirà di un grave esaurimento nervoso e agirà contro la sua volontà, essendo mentalmente instabile. Se il pianeta <che controlla tale cronocrazia> si trova in un segno <zodiacale> aereo o se il segno <zodiacale> o il <pianeta> suo signore sono afflitti, il nativo sarà distratto e turbato e supporrà che stia compiendo qualcosa di diverso da ciò che è realmente. Se il pianeta <che controlla tale cronocrazia> si trova in un segno <zodiacale> terreo, <il nativo> sopporterà nobilmente i colpi del destino e sopravviverà filosoficamente alla maggior parte delle situazioni grazie alla sua resistenza. Se il pianeta <che controlla tale cronocrazia> si trova in un segno <zodiacale> acqueo, il nativo avrà una mente che può essere facilmente rassicurata, entrerà in vicissitudini in molti affari, ma riuscirà ad avere successo e ad avere successo nei suoi affari» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 7 'La distribuzione dei cronocratori usando la sorte della Fortuna e il Daimon. I transiti dei pianeti e dei signori dei segni <zodiacali>. Il novilunio e il plenilunio, con esempi. La mutua trasmissione'].
Inoltre, è necessario esaminare la natura del pianeta signore del segno zodiacale attraversato dalla sorte (quella lunare o di Fortuna e quella solare o del Genio). Se tale pianeta è un lumare (il Sole o la Luna) o un pianeta benefico, indica un periodo o un sotto-periodo vantaggioso, prospero e di successo, caratterizzato da buona condizione fisica; se tale pianeta è un malefico, indica un periodo o un sotto-periodo svantaggioso, infausto e di fallimenti, caratterizzato da cattiva condizione fisica. A questo porpostio, afferma Valente: «Se il cronocratore generale risulta essere un <pianeta> benefico, il Sole o la Luna, porta fama e direzione per la natività, o cariche importanti, vantaggi e associazione con <persone> importanti. In quelle cronocrazie quando un <pianeta> malefico riceve la distribuzione, apporta infermità fisica e pericoli. Se un altro pianeta che è in opposizione al cronocratore generale o lo è impropriamente configurato nella natività e nel transito riceve i giorni, porta turbamento, ansie, e pene. Se alla natività il cronocratore generale si trova in una posizione sfavorevole o è osservato dai <pianeti> malefici, nei giorni assegnati a quei <pianeti> malefici il nativo sarà rovinato, cadrà in pericolo o subirà crisi. Ma se, quando questi <pianeti> malefici ricevono la cronocrazia, il cronocratore generale si trova in segni <zodiacali> operativi e ha <pianeti> benefici in aspetto in transito, il nativo anche se imbarazzato nel sostentamento o nella posizione sociale <durante il periodo del pianeta malefico>,  <più avanti> vivrà indisturbato» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 10 'La suddivisione in periodi più lunghi e più brevi: gli anni, i mesi, i giorni e le ore di ciascun astro. L'uso di questi periodi nelle natività'].
Continua Valente: «Le cronocrazie da parte di Saturno e Marte, con Giove non in configurazione, sono considerati indecenti e umilianti. Le cronocrazie sono degne e prospere quando provenienti dal Sole e dalla Luna con i <pianeti> benefici in congiunzione o in aspetto dal <lato> destro. Se la distribuzione va da Daimon al Culmine <relativamente alla sorte di Fortuna> o alla sorte stessa e se il <pianeta> signore <di Daimon> si trova lì, con i <pianeti> benefici, il Sole, o la Luna in aspetto, e se il fondamento della natività è piena di onore, il nativo verrà al potere e a grande posizione sociale e sarà distinto, dominante e prominente in quelle cronocrazie. Per la sua prosperità sarà chiamato benedetto da molti. Una distribuzione che arriva all'Oroscopo, al Culmine e agli altri angoli prevede un'elevata posizione sociale, ma non nella stessa misura, perché i luoghi quadrati con le sorti sono i più efficaci. Se le trasmissioni avvengono come specificato, e se il fondamento della natività risulta essere media, il nativo sarà coinvolto in occupazioni e profitti; sarà amico di importanti uomini; sarà pensato degno di doni e cariche. Vivrà felicemente e con successo in proporzione al livello della sua occupazione, soprattutto se i <pianeti> benefici sono in congiunzione o in aspetto. Se i <pianeti> malefici sono in aspetto, l'influenza dei luoghi sarà visibile nel modo appena descritto, ma a causa dei <pianeti> malefici in aspetto, il nativo incontrerà rovesci e penalità e sperimenterà solo vantaggi transitori da parte dei <pianeti> benefici. Ogni astro si trova nel cerchio zodiacale secondo la sua casa. In modo simile, ogni astro diventa associato ad un altro per la sua configurazione alla natività» [Vettio Valente, Anthologiarum libri IX, libro IV, cap. 7 'La distribuzione dei cronocratori usando la sorte della Fortuna e il Daimon. I transiti degli astri e dei signori dei segni <zodiacali>. Il novilunio e il plenilunio, con esempi. La mutua trasmissione'].
A questo punto, passiamo ad applicare la tecnica dell'Aphesis sulla carta di nascita dell'attore James Bryon Dean, nato a Marion (USA) l'8 febbraio 1931 alle 09h 00m.
Nato nell'Indiana in una famiglia di quaccheri, di origini prevalentemente inglesi, ma anche tedesche e gallesi, si trasferì assieme alla sua famiglia a Santa Monica (California).
Dopo la morte della madre (avvenuta nel 1940 a causa di un tumore all'utero), venne inviato dal padre in Indiana a vivere con i parenti in una fattoria.
Iscrittosi al college di Santa Monica (California) si specializzò per prepararsi agli studi in giurisprudenza. Una volta traferitosi all'Università della California, a Los Angeles, cambiò la sua specializzazione in quella per le discipline teatrali. Questa sua scelta  lo condusse a scontri con i suoi familiari, che lo portarono a lasciare la casa di suo padre.
Abbandonato il college, seguendo il consiglio di alcuni amici, Dean si trasferì a New York per fare carriera come attore di teatro. Ammesso a studiare nell'Actor Studio, la sua carriera di attore incominciò a decollare, partecipando a numerosi episodi di programmi televisivi. 
Dopo essere entrato nel cast del telefilm The Dark Dark Hours (il cui l'interprete principale è il futuro Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan) e preso parte a film in decine di ruoli non accreditati, guadagnò riconoscimento e successo nel 1955 nel film East of Eden (La valle dell'Eden) nel suo primo ruolo da protagonista (rivestendo il ruolo di Cal Trask). 
Nello stesso anno, seguirono in rapida successione altri due ruoli da protagonista in Rebel Without a Cause (Gioventù bruciata) e Giant (il Gigante).
La sua stella esordiente e promettente, sfortunatamente, si spense pochi giorni dopo la fine delle riprese del film Giant (il Gigante), a causa di un incidente stradale. Il 30 settembre 1955 la sua auto, una Porsche 550 Spyder (che l'attore aveva soprannominata Little bastard) si scontrò quasi frontalmente con un'altra auto che, voltando a sinistra verso la Route 41, attraversò la corsia dove stava procedendo l'auto di Dean. Si ritiene che, nello scontro, la testa di Dean abbia colpito la griglia anteriore dell'auto del giovane studente, causando la rottura del collo, insieme a fratture multiple (braccia, mascella, gambe) e a vaste lesioni interne. Probabilmente deceduto 10 minuti dopo l'incidente, l'attore venne dichiarato tale verso le 18h 40m dai medici giunti in soccorso. Esaminando la carta di nascita di James Dean, è possibile notare che i significatori del corpo fisico e della salute, l'Oroscopo (AS) e la Luna, sono disposti da Marte.  In particolare, la Luna a 05° e 43' si trova in debilità essenziale (caduta) e riceve la quadratura sovreminente di Marte, pianeta che la dispone per trono (domicilio e termine).
Questa configurazione è indicativa di danni fisici di tipo marziale (causati da ferite, tagli, incidenti) che possono condurre alla morte (data la reggenza della Casa VIII da parte di Marte). La possibilità di incidenti durante movimenti e spostamenti è indicata dall'opposizione fra Mercurio, signore della Casa III, e Marte. 
Dal momento che la nascita è maschile, il settore vitale (Aphesis) per le questioni inerenti al corpo fisico e alle condizioni di salute deve iniziare dalla sorte solare o del Genio (Daîmon).
In questa carta, tale sorte cade a 25° a 23' e il pianeta suo signore è la Luna posta a 05° e 43'. Data la condizione (caduta) e la configurazione che coinvolge la Luna (quadratura sovreminente da parte di Marte), si può affermare che non promettono vita lunga e fanno temere morte violenta.
Nella distribuzione degli anni, il settore vitale (Aphesis) [costituito dalla sorte solare o del Genio (Daîmon)] si trova nel segno zodiacale del a dalla nascita fino al 30 settembre 1955, data nella quale fa ingresso nel segno zodiacale del b. Fino a questa data il settore vitale (Aphesis), essendo nel segno zodiacale del a, si trovava sotto la protezione di Giove, dignificato (esaltazione) e posto in Casa IV (luogo angolare), offrendo a Dean notorietà e successo.
Con tale ingresso nel segno zodiacale del b, il settore vitale (Aphesis) incontra Marte, pianeta malefico anerata per natura e per reggenza; e in concomitanza di tale passaggio si verifica l'incidente che spense la giovane stella del cinema, trasformandola in una figura di culto e consegnandola ai posteri come un'icona dal fascino apparentemente senza tempo. 

 

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La determinazione della durata della vita: il metodo dell'Hyleg e dell'Alchocoden

«Tra le cose che si considerano appresso alla questione della nascita, la principale è quella della durata della vita. Sarebbe difatti ridicolo se noi giudicassimo delle abitudini e delle azioni di un bambino che non può arrivare all’età adatta ad esplicarle» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro III, cap. XI 'Della durata della vita'].

Questo passo tolemaico esprime nella sua profonda sintesi la ratio che sta alla base della determinazione della durata della vita in Astrologia.
La tematica della morte, della fine dell’esistenza organica e dell’esperienza fisica su questo piano materiale, è da sempre fonte di angoscia e di paura per l’uomo.
Lo è particolarmente per l’uomo moderno che, in virtù delle recentissime conquiste scientifiche (si pensi, ad esempio, agli esperimenti di biogenetica, alla mappatura del DNA con conseguente possibilità di sua manipolazione), si è posto in una condizione di particolare preminenza nei confronti della natura e del creato. Eppure la morte continua a costituire per l’essere umano di ogni tempo fonte di timore e paura in quanto costituisce uno dei limiti insuperabili e invalicabili che mette in dubbio quel senso di onnipotenza che, a volte, pervade l’animo dell’uomo moderno, costituendone la prova della sua limitatezza. La morte, dunque, rimane un evento certo e ineluttabile di cui l’uomo è consapevole e del quale cerca di rimuoverne il pensiero.
Nell’Astrologia ellenistica, il dator vitae, il punto che in una genitura rappresenta la vita, il luogo dove risiede e da dove promana la forza vitale (locus emittendi vim habens), veniva denominato Afeta (in gr. αφέτα). Questo luogo assume un predominio nel significare la vita [in gr. επικρατητορ (epikratêtor)] e differisce dal pianeta che, sulla base delle dignità essenziali, viene ad assumere il dominio di tale luogo [in gr. οικοδεσπότες (oikodespotês)] e il quale viene ad esercitare certi diritti [in gr. λόγοι (logoi)] o familiarità [in gr. οικειώσις (oikeiôsis)] sul luogo afetico.
Nella tradizione astrologica araba, il pianeta predominatore [in gr. επικρατητορ (epikratêtor)] e quello che ne assume il dominio  [in gr. οικοδεσπότες (oikodespotês)] vennero, rispettivamente, chiamati haylâj (latinizzato in hylech o hyleg) e kadhkhudâh (latinizzato in alcochoden): il primo esprime lo stato o condizione dell'esistenza; il secondo è il datore degli anni  [«Si dice che l'hylech sia il luogo della vita, perché da esso si può trovare lo stato di vita, mentre l'alcochoden è il donatore o il significatore degli anni» (Umar ibn al-Farrukhân al-Tabarî, Omar de nativitatibus et interrogationibus)].
Fra teoria afetica e quella dell'alcochoden (pervenuta in modo frammentario e incompleto attraverso la letteratura astrologica araba) esiste una differenza filosofica di fondo. La teoria afetica considera l'esistenza come atto e ne valuta il termine, la fine, sulla base di un incontro accidentale tra luogo afetico e quello aneretico; la teoria dell'alcochoden considera la vita come potenza, come qualità sostanziale (la sostanza vitale), la quale è significata nella carta di natività da uno dei sette pianeti visibili, sulla base  della sua propria natura e delle sue condizioni nello Zodiaco, nell'epiciclo e nello spazio locale (mondo). 
La vita è costituita da una serie di esperienze che si svolgono lungo un arco temporale che prende avvio da un luogo, l’Afeta (in gr. αφέτα), e termina in un altro luogo, l’Anereta (in gr. ανερέτα): quando sono state vissute tutte le esperienze all'interno di quest'arco temporale, la vita dell’essere umano volge al termine, in quanto non sussiste più la ragione della sua permanza su questo piano dimensionale.
Il primo che ha parlato di Afeta (in gr. αφέτα) e Anereta (in gr. ανερέτα) è stato Ermete Trismegisto nelle Tavole Smeraldine. Su queste tavole aveva inciso delle Leggi, in cui affermava la regola del 'ciò che è in basso è come ciò che è in alto'. Secondo questa legge esiste una relazione tra l’Ordine Celeste e l’Ordine Terrestre, un macrocosmo e un microcosmo che si devono unire. Ognuno è un microcosmo all'interno di un macrocosmo e riflette esattamente, ma in piccolo, l’Universo circostante. Gli esseri umani sono legati al macrocosmo dalla durata della loro vita, non solo singola ma di tutti gli esseri viventi; attraverso lo studio dell’Afeta e dell’Anareta è possibile conoscere l’inizio e la fine della propria esistenza. Gli antichi astrologi consideravano la vita di ogni uomo collegata intimamente con una particolare configurazione astrale, una relazione “misteriosa” tra i pianeti e le loro posizioni e gli accadimenti e gli eventi della vita, come se l’essere umano fosse tirato da qualcosa che non riesce a capire. Lo si può chiamare destino. Costituisce un lungo processo di lavoro che fa parte dell’evoluzione di ogni individuo.
Secondo quanto indicato da Tolomeo, per determinare l’Afeta (in gr. αφέτα) bisogna distinguere tra genitura o natività diurna e notturna (si ricordi che la genitura è diurna quando il Sole si trova nell'emisfero diurno visibile, ovvero sopra l’orizzonte).
Dichiara Tolomeo: «Di questi prorogatori occorre eleggere, nelle geniture diurne, anzitutto il Sole se si trova nei luoghi prorogatori, altrimenti la Luna; a difetto l’astro che detiene più diritti di dominio sul luogo del Sole, del novilunio precedente e dell’oroscopo ovvero quando, cinque essendo i modi del dominio, ne detenga tre in uno o più luoghi di quelli predetti. A difetto eleggeremo, per ultimo, l’oroscopo. Di notte, anzitutto la Luna, in seguito il Sole, quindi l’astro che detiene più diritti di dominio sul luogo della Luna, del plenilunio precedente e della sorte di fortuna. Infine, a difetto, si eleggerà l’oroscopo se la sizigia precedente è un novilunio, la sorte di fortuna se un plenilunio. Se entrambi i luminari e il dominatore della propria fazione fossero nei luoghi prorogatori, occorre eleggere l’astro che si trova nel luogo di maggiore autorità. Si dovrà inoltre preferire il dominatore ad entrambi i luminari quando occupa un sito dimaggiore autorità e quando ha diritto di dominio su entrambe le fazioni» [Tetrabiblos, libro III, cap. XI 'Della durata della vita'].
Nello stesso capitolo, Tolomeo chiarisce quale luogo deve definirsi afetico. Egli afferma: «i luoghi afetici sono quelli nei quali si trova il pianeta signore della vita»; «considereremo, tra i più significativi di essi, l’Oroscopo nei suoi primi cinque gradi in particolare, ma anche negli altri venticinque gradi seguenti; l’undicesima casa, che è detta quella del Buon Genio […]; poi il Medio Cielo […]; inoltre la nona casa, detta Casa di Dio […] ed infine l’Occidente […]»; e tra questi i luoghi più potenti sono, in ordine progressivo, «innanzitutto i gradi posti al Medio Cielo, poi quelli posti all’Ascendente, in seguito quelli nel segno che segue il Medio Cielo [ossia: la Casa XI, N.d.S.], quindi quelli posti all’Occidente [ossia: la Casa VII, N.d.S.], ed infine quelli situati nel segno che precede il Medio Cielo [ossia: la Casa IX, N.d.S.]» [Tetrabiblos, libro III, cap. XI 'Della durata della vita']. Appare necessario e non superfluo notare e sottolineare che i 5° precedenti e i 25° seguenti l'Oroscopo (AS), ovvero l'orizzonte orientale, sono gradi di altezza (h).
Sintetizzando, secondo Tolomeo, si deve considerare Afeta (in gr. αφέτα):

1) in genitura o natività diurna (ossia: quando il Sole si colloca sopra l’orizzonte):

a) il Sole, se si trova in un luogo afetico [ossia: entro 5° sopra o 25° di altezza (h) sotto l’Oroscopo (AS), oppure nella Casa X, XI, VII o IX];
b) la Luna, se il Sole non soddisfa la precedente condizione [ossia: se non si trova entro 5° sopra o 25° di altezza (h) sotto l’Oroscopo (AS), oppure nella Casa X, XI, VII o IX];
c) il pianeta dominatore dell’hairesis diurna [ossia: il pianeta non combusto che governa almeno tre delle cinque dignità (domicilio, esaltazione, triplicità, confine, decano) sul Sole, sulla sizigia novilunica precedente la natività oppure sull’Oroscopo (AS)], se nessun luminare viene ad assumere il ruolo di Afeta (in gr. αφέτα) oppure se, pur trovandosi i luminari in luogo afetico, tale pianeta è situato in luogo afetico più potente;
d) l'Oroscopo (AS), se i luminari non soddisfano le condizioni richieste o in assenza di un pianeta dominatore dell'hairesis diurna;

2) in genitura o natività notturna (ossia: quando il Sole si colloca sotto l’orizzonte):

a) la Luna, se si trova in un luogo afetico [ossia: entro 5° sopra o 25° di altezza (h) sotto l’Oroscopo (AS), oppure nella Casa X, XI, VII o IX];
b) il Sole, se la Luna non soddisfa la precedente condizione [ossia: se non si trova entro 5° sopra o 25° di altezza (h) sotto l’Oroscopo (AS), oppure nella Casa X, XI, VII o IX];
c) il pianeta dominatore dell’hairesis notturna [ossia: il pianeta non combusto che governa almeno tre delle cinque dignità (domicilio, esaltazione, triplicità, confine, decano) sulla Luna, sulla sizigia plenilunica precedente la natività oppure sulla sorte lunare o di fortuna (τύχη)], se nessun luminare viene ad assumere il ruolo di Afeta (in gr. αφέτα) oppure se, pur trovandosi i luminari in luogo afetico, tale pianeta è situato in luogo afetico più potente;
d) la sorte lunare o di fortuna (τύχη), se i luminari non soddisfano le condizioni richieste o in assenza di un pianeta dominatore dell'hairesis diurna.

Secondo Guido Bonatti, famoso astrologo italiano del Sec. XIII, assume il ruolo di haylâj (latinizzato in hylech o hyleg):

1) in genitura o natività diurna (ossia: quando il Sole si colloca sopra l’orizzonte):

a) il Sole, quando si trova nella Casa I, X o XI in segni zodiacali sia maschili (quelli ignei e quelli aerei) che femminili (quelli terrei e quelli acquei) oppure nella Casa VII, VIII o IX ma solo in segni zodiacali maschili (quelli ignei e quelli aerei) e, in ogni caso, configurato con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova il luminare diurno [Tractatus X, col. 675];
b) la Luna, quando si trova nella Casa I, IV, VII o X (Case angolari) in segni zodiacali sia maschili (quelli ignei e quelli aerei) che femminili (quelli terrei e quelli acquei) oppure nella Casa II, V, VIII o IX (Case  succedenti) ma solo in segni zodiacali femminili (quelli terrei e quelli acquei) e, in ogni caso, configurata con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova il luminare notturno [Tractatus X, col. 675];

2) in genitura o natività notturna (ossia: quando il Sole si colloca sotto l’orizzonte):

a) la Luna, quando si trova nella Casa I, IV, VII o X (Case angolari) in segni zodiacali sia maschili (quelli ignei e quelli aerei) che femminili (quelli terrei e quelli acquei) oppure nella Casa II, V, VIII o IX (Case  succedenti) ma solo in segni zodiacali femminili (quelli terrei e quelli acquei) e, in ogni caso, configurata con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova il luminare notturno [Tractatus X, col. 675];
b) il Sole, quando si trova nella Casa I, X o XI in segni zodiacali sia maschili (quelli ignei e quelli aerei) che femminili (quelli terrei e quelli acquei) oppure nella Casa VII, VIII o IX ma solo in segni zodiacali maschili (quelli ignei e quelli aerei) e, in ogni caso, configurato con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova il luminare diurno [Tractatus X, col. 675];

3) in caso di natività sia diurna che notturna, quando nessuno dei due luminari (Sole oppure Luna) osservano le precedenti condizioni:

a) se la sizigia precedente la natività era novilunica (congiunzione dei luminari):

I) l’Oroscopo (AS), a condizione che sia configurato il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova oppure la Luna [Tractatus X, col. 675];
II) se l’Oroscopo (AS) non osserva le precedenti condizioni, la Parte di Fortuna, a condizione che sia configurato il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova oppure la Luna [Tractatus X, col. 675];
III) se né l’Oroscopo (AS) o la Parte di Fortuna osservano le precedenti condizioni, la sizigia novilunica precedente la natività [Tractatus X, col. 675];

b) se la sizigia precedente la natività era plenilunica (opposizione dei luminari):

I) la Parte di Fortuna, a condizione che sia configurato il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova oppure la Luna [Tractatus X, col. 675];
II) se la Parte di Fortuna non osserva le precedenti condizioni, l’Oroscopo (AS) aa condizione che sia configurato il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova oppure la Luna [Tractatus X, col. 675];
III) se né l’Oroscopo (AS) o la Parte di Fortuna osservano le precedenti condizioni, la sizigia plenilunica precedente la natività [Tractatus X, col. 675].

A queste condizioni, si possono aggiungere quelle indicate da Abū ʿAlī al-Khayyāṭ (أبو علي الخياط‎), autore arabo conosciuto in Occidente come Albohali.
Questo astrologo suggerisce di considerare anche il quadrante diurno nel quale si trovano i luminari (il Sole e la Luna), se maschile o orientale oppure femminile od occidentale.
Secondo Abū ʿAlī al-Khayyāṭ, 
assume il ruolo di haylâj (latinizzato in hylech o hyleg):

1) in genitura o natività diurna (ossia: quando il Sole si colloca sopra l’orizzonte):

a) il Sole, quando si trova nella Casa I, X, VII o IV (Case angolari), o nella Casa XI, VIII, V o II (Case succedenti) e in segni zodiacali maschili (quelli ignei e quelli aerei), o in un quadrante diurno maschile od orientale (il quadrante diurno I e III), a condizione che sia configurato con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova [cap. II 'L'hyleg e la conoscenza della lunghezza della vita'];

b) la Luna, quando si trova nella Casa I, X, VII o IV (Case angolari), o nella Casa XI, VIII, V o II (Case succedenti) e in segni zodiacali femminili (quelli terrei e quelli acquei), o in un quadrante diurno femminile od occidentale (il quadrante diurno II e IV), a condizione che sia configurato con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova [cap. II 'L'hyleg e la conoscenza della lunghezza della vita'];

c) se nessuno dei due luminari (Sole oppure Luna) osserva le precedenti condizioni, l'Oroscopo (AS), se la sizigia precedente la natività era novilunica, oppure la Parte di Fortuna, se la sizigia precedente la natività era plenilunica, a condizione che sia configurato con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova;

d) se l'Oroscopo (AS) oppure la Parte di Fortuna non osservano le precedenti condizioni, il pianeta che esercita maggiore dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova la sizigia precedente la natività, sia essa novilunica oppure plenilunica;

1) in genitura o natività notturna (ossia: quando il Sole si colloca sotto l’orizzonte):

a) la Luna, quando si trova nella Casa I, X, VII o IV (Case angolari), o nella Casa XI, VIII, V o II (Case succedenti) e in segni zodiacali femminili (quelli terrei e quelli acquei), o in un quadrante diurno femminile od occidentale (il quadrante diurno II e IV), a condizione che sia configurato con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova [cap. II 'L'hyleg e la conoscenza della lunghezza della vita'];

b) il Sole, quando si trova nella Casa I, X, VII o IV (Case angolari), o nella Casa XI, VIII, V o II (Case succedenti) e in segni zodiacali maschili (quelli ignei e quelli aerei), o in un quadrante diurno maschile od orientale (il quadrante diurno I e III), a condizione che sia configurato con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova [cap. II 'L'hyleg e la conoscenza della lunghezza della vita'];

c) se nessuno dei due luminari (Sole oppure Luna) osserva le precedenti condizioni, la Parte di Fortuna, se la sizigia precedente la natività era      plenilunica, a condizione che sia configurato con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova [cap. II 'L'hyleg e la conoscenza della lunghezza della vita'];

d) se la Parte di Fortuna non osserva le precedenti condizioni, la sizigia novilunica oppure plenilunica precedente la natività, a condizione che si trovi  nella Casa I, X, VII o IV (Case angolari), o nella Casa XI, VIII, V o II (Case succedenti) e configurata con con il pianeta che esercita una dignità essenziale (domicilio, esaltazione, triplicità, termine, decano) nel luogo in cui si trova [cap. II 'L'hyleg e la conoscenza della lunghezza della vita'].


Se l'haylâj (latinizzato in hylech o hyleg) non è identificabile, la genitura si deve considerare come appartenente alla Tertia Differentia e sta indicare che il nativo avrà vita breve.
L'Anereta (in gr. ανερέτα) è il luogo che si contrappone all’Afeta (in gr. αφέτα), in quanto in grado di mettere in crisi la corrente vitale fino a porvi termine. 
Secondo Tolomeo, luoghi aneretici sono Marte, Saturno [il primo perché eccessivamente secco, il secondo perché eccessivamente freddo (le suddette qualità si oppongono al caldo e all'umido, generatrici della vita)] oppure il Sole, quando la Luna assume il ruolo di Afeta (in gr. αφέτα). Dichiara l'alessandrino: «grado distruttore appare il grado dell’orizzonte occidentale. [...] sono distruttori i luoghi delle stelle malefiche, Saturno e Marte, sia che giungano incontro per corpo, sia che proiettino da non importa quale luogo il quadrato e il diametro e talora anche l’esagono nelle parti che si ascoltano o si vedono mediante equipotenza; inoltre il quadrato al luogo prorogatoriomedesimo secondo la successione dei segni e talora, in dodecatemori di lunga ascensione, anche l’esagono in quanto corrotto, in dodecatemori di breve ascensione il trigono. Infine, quando la Luna è prorogatrice, anche il luogo del Sole distrugge» [Tetrabiblos, libro III, cap. XI 'Della durata della vita'].
Generalmente, può essere considerato Anereta (in gr. ανερέτα), in ordine di importanza, il pianeta:

1. posto in Casa VIII (Anereta per presenza);
2. malefico, signore della Casa VIII (Anereta per reggenza);
3. che affligge l'Afeta (in gr. αφέτα);
4. in aspetto malefico con la cuspide della Casa VIII oppure con Saturno o Marte (soprattutto se posizionato in ottava casa).

L'haylâj (latinizzato in hylech o hyleg), che esprime lo stato o condizione dell'esistenza, deve essere tenuto distinto dal kadhkhudâh (latinizzato in alcochoden), il quale è il datore degli anni (Dator annorum). A tal proposito, afferma William Lilly:  «Gli Arabi osservarono inoltre quale pianeta avesse maggiore dignità essenziale nel luogo dell’Hyleg, e con quale aspetto osservasse questo luogo. Questo pianeta lo hanno chiamato Alcochodon, o datore di anni; ed erano del parere che il nativo potesse vivere molti, moltissimi oppure pochissimi anni significati da questo pianeta, secondo il corso naturale della vita […]» [William Lilly, Christian Astrology, (pp.530-531)].
Il kadhkhudâh (latinizzato in alcochoden) promette un'aspettativa secondo il numero degli anni (minori, medi e massimi) del pianeta che ne assume il ruolo in una genitura.




Il numero degli anni promessi varia a seconda la Casa in cui si colloca il pianeta che assume il ruolo di kadhkhudâh (latinizzato in alcochoden):

1) se si colloca in Casa angolare (I,IV,VII o X), promette i suoi anni maggiori;
2) se si colloca in Casa succedente (II, V, VIII o XI), promette i suoi anni medi;
3) se si colloca in Casa cadente (III, VI, IX o XII), promette i suoi anni minori.

Il pianeta che si configura con quello che assume il ruolo di kadhkhudâh (latinizzato in alcochoden) può aggiungere o sottrarre a quest'ultimo tempo a seconda che sia benefico oppure malefico, dignificato oppure debilitato. 
Infatti, tale pianeta configurato:

1) quando è benefico:

a) se in congiunzione o in aspetto benefico (sestile o trigono), aggiunge:

I) se dignificato, i suoi anni minori;
II) se in condizione mediocre, un numero di mesi pari ai suoi anni minori;
III) se debilitato, un numero di giorni oppure ore pari ai suoi anni minori;

b)
se in aspetto malefico (quadratura o opposizione), non aggiunge né sottrae;

2) quando è malefico:

I) se in congiunzione oppure in aspetto malefico (quadratura o opposizione), sottrae i suoi anni minori;
II) se in aspetto benefico (sestile o trigono), non aggiunge né sottrae.

3) quando si tratta di Mercurio:

I) se è configurato ai pianeti benefici, aggiunge i suoi anni minori;
II) se è configurato ai pianeti malefici, sottrae i suoi anni minori.

Infine, secondo Abu’Ali al-Khaiyat, «se l’Alcochoden è disposto in modo da indicare una vita breve e Giove e Venere si trovano all’Ascendente o al Medio Cielo, vi sarà speranza che il nativo vivrà tanto più a lungo quanto la quantità dei suoi anni minori, a meno che il termine dell'Ascendente e la Luna sia impedito da <astri> malefici, o uno dei <pianeti> benefici che indicava la vita è il signore della Casa della morte, perché allora è indicato un breve spazio di vita e una morte rapida» [Abu’Ali al-Khaiyat, De Iudiciis Nativitatum Albohali, cap. IV 'Quanto gli astri aggiungono o sottraggono agli anni dell'Alcochoden'].
Un esempio può chiarire l’uso del metodo dell’kadhkhudâh (latinizzato in alcochoden).



Esempio

La genitura presa in esame è quella di John Fitzgerald Kenndy Sr., 35mo Presidente degli Stati Uniti d’America, nato a Brookline (Massachusetts - Usa) il 29 maggio 1917 alle ore 15h 00m.
Essendo la carta diurna, il Sole in Casa VIII (Casa succedente) e in ` (segno zodiacale maschile) sarebbe candidato al ruolo di haylâj (latinizzato in hylech o hyleg).
Tuttavia, nessun pianeta che esercita dignità essenziale sul luogo del Sole si configura con il luminare diurno; di conseguenza, il Sole non è haylâj (latinizzato in hylech o hyleg).
La Luna in Casa XI (Casa succedente), in c (segno zodiacale femminile) e configurata per quadrato con Mercurio (pianeta che esercita dignità essenziale sul luogo della Luna), viene ad assumere il di haylâj (latinizzato in hylech o hyleg).
Il pianeta che assume il ruolo di kadhkhudâh (latinizzato in alcochoden) è Mercurio, pianeta nel cui domicilio si colloca la Luna. 
Esaminando attentamente, possiamo notare che Mercurio in _ è peregrino, ma in levata eliaca mattutina, crescente nel moto e nella luminosità, nella sua fazione. Un bilanciamento delle condizioni permette di potergli assegnare i suoi anni medi (ossia: 48 anni).
Dal momento che si trova fisicamente
congiunto sia con Giove che con Marte, il primo aggiunge un tempo pari ai suoi anni minori (ossia: 12 anni), il secondo sottrae i suoi anni minori (ossia: 15 anni). 
In sintesi, si ha:

   48 anni +
   15 anni –
   18 anni =
_______________________
45 anni

John Fitzgerald Kenndy Sr. morì a Dallas il 22 Novembre 1963 all'età di 46 anni e 5 mesi.

Secondo Abu’Ali al-Khaiyat, «quando conosci quanti anni l'Alcochoden ha dato, dirigi i gradi di ascensione fino al punto in cui arriva ai corpi o ai raggi delle <stelle> malefiche. Perché quando si arriva a quel luogo, <ciò> significa la distruzione del nativo, senza negare l'onnipotenza di Dio» [Abu’Ali al-Khaiyat, De Iudiciis Nativitatum Albohali]. 
Osservando la genitura di John Fitzgerald Kenndy, la Luna haylâj arriva per direzione mondana su Saturno di natività [pianeta avente natura o virtù aneretica (Anereta per essenza)] e al sestile orario di Marte di natività posto nella Casa VIII [pianeta anereta per essenza e per presenza].


Infine, nello Zodiaco, il luogo 0° e 21' arriva per direzione sulla Luna, in trigono a Marte di natività e realizzando un salto (exalma), figura climaterica particolarmente critica per l'esistenza.

 


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La figura estratta dei genitori: una tecnica da riscoprire e approfondire

Nel libro II della Tetrabiblos, cap. V 'I genitori', afferma Claudio Tolomeo: «conviene osservare di giorno soprattutto il Sole e l’astro di Venere, di notte l’astro di Saturno e la Luna. In seguito, per esaminare gli eventi particolari in modo più accurato e conseguente, occorre porre il luogo paterno o materno secondo la condizione diurna o notturna come oroscopo ed esaminare in seguito i restanti argomenti quasi fosse la genitura dei genitori medesimi in virtù dei precetti generali che saranno in seguito esposti e cogliere quindi il significato degli eventi».
La lettura di questo passo tolemaico introduce il discorso sulla c.d figura estratta dei genitori.
Per figura estratta si intende una carta astrologica redatta sulla base della carta di nascita del figlio, ponendo il pianeta significatore del genitore (ossia: padre oppure madre) all'Oroscopo (AS) di tale carta.
Per meglio esaminare questo passo tolemaico, ci si affida a quanto esposto da Andrea Argoli nel libro II del Ptolomaeus parvuus in Genethliacis junctus Arabibus, cap. I 'Dei genitori'. Afferma l'Euclide dei Marsi (soprannome attribuito ad Andrea Argoli, eminente matematico): «Nella figura celeste costruita per l'ora di nascita del figlio si devono stabilire per ciascun genitore due significatori: Saturno e, naturalmente, il Sole per il padre; la Luna e Venere per la madre. Tuttavia, in questa distinzione e a questo proposito, occorre osservare, nella genitura diurna del figlio, il Sole per il padre, Venere per la madre; in <quella> notturna <del figlio>, Saturno per il padre, la Luna per la madre».
Seguendo le indicazioni di Tolomeo e le specificazioni di Argoli, i significatori dei genitori sono:

- riguardo le nascita diurne, il Sole per il padre e Venere per la madre;
- riguardo le nascite notturne, Saturno per il padre e la Luna per la madre.

Prosegue Argoli: «Le figure del padre e della madre si devono costruire dalla stessa figura della natività del figlio in questo modo. Se la nascita del figlio fosse di giorno, nella figura delle dodici case, si deve porre il Sole all'Ascendente e sulla linea orientale, con i gradi e i minuti del segno celeste (segno zodiacale, n.d.t.), nei quali si trovava nella genitura del figlio; e si deve costruire la figura razionale (si riferisce al metodo di domificazione di Regiomontano, in voga presso gli astrologi al tempo di Argoli, n.d.t.) come d'abitudine, con la divisione della case secondo l'elevazione del polo e del circolo di posizione, sotto il quale il Sole fosse posizionato nella suddetta figura del figlio. Invece, se la genitura fosse notturna, sull'Ascendente stesso si deve porre Saturno con il segno, i gradi e i minuti; e la figura si deve costruire sotto l'elevazione del polo di Saturno. Per la madre, nella genitura diurna del figlio, Venere deve essere posizionata all'Ascendente; così in <quella> notturna la Luna sotto l'elevazione e il circolo di posizione della stessa Luna o Venere significatore <della madre>; e, come abbiamo detto, si deve erigere la figura; in seguito, posizionando nelle figure del padre e della madre negli stessi segni, gradi e minuti, nei quali si trovavano nella genitura del figlio».
Una volta identificato il significatore di ciascun genitore sulla base del tempo della nascita (ossia: del tipo di nascita, diurna oppure notturna), è necessario costruire la figura estratta posizionando il significatore individuato del genitore all'Oroscopo (AS) e, in seguito, gli altri pianeti nei vari luoghi.
Argoli raccomanda di redigere la figura estratta non per la latitudine geografica (φ) di nascita, bensì per l'elevazione del polo del pianeta significatore del genitore. La motivazione dell'uso dell'elevazione del polo del pianeta significatore come latitudine geografica (φ) della figura estratta risiede, logicamente, nella circostanza che tale figura si costruisce 'su misura', come un abito sartoriale, su questo pianeta.
Per illustrare la tecnica si prenda in esame la genitura del cantautore fiorentino Marco Masini, nato a Firenze il 18 settembre 1964 alle 11h 15m (LT).



In questa genitura il significatore della madre è Venere perché la nascita è diurna. Inoltre, Venere è signore per trono (triplicità e termine) del Culmine (MC), angolo significante la madre. Infine, questo pianeta testimonia per esagono la sorte della madre.
Dal momento che, al giorno d'oggi, si utilizza la domificazione Tolomeo/Ibn Ezra/Placido (che costituisce un sistema di domificazione temporale e non spaziale come quella Regiomontano), l'elevazione del polo del pianeta è costituito dal polo del suo circolo orario (CH) e non quello del suo circolo di posizione (CP). Alla nascita di Masini il polo del circolo orario (CH) di Venere è 15° 02' 06"; di conseguenza, si utilizza questo polo come latitudine geografica (φ) sulla quale erigere la figura estratta della madre.
Eseguendo i consueti calcoli, si perviene a individuare il momento nel quale, con riferimento a questa latitudine geografica (φ), Venere (pianeta significatore della madre) si trova esattamente all'Oroscopo (AS): il 18 settembre 1964 alle 02h 58m 40s.

In questa figura estratta Venere, significatore della madre nella genitura di Masini, è signore del Culmine (MC) [angolo indicante la madre] e lo testimonia con quadrato orario ed eclittico. Inoltre, Venere testimonia la Luna [altro significatore della madre] e la sorte della madre per diametro eclittico e orario. L'Oroscopo (AS), Venere, la Luna e la sorte della madre si trovano nei termini di Venere.
Nella figura estratta è possibile desumere che la madre di Masini, la signora Anna Maria, fosse una donna molto sensibile, dolce, materna, data l'angolarità della Luna. Inoltre, il trovarsi della Luna nei termini di Venere e l'essere testimoniata da questo pianeta, è indicativa di una persona con doti o predisposizioni artistiche o comunque attratta molto dall'arte. Il forte lato materno di questa donna in questa figura estratta è, inoltre, indicato dalla congiunzione della Luna con la sorte della madre.
Gli angoli della figura estratta si trovano tutti in segni solidi o fissi e sembrano indicare che la madre di Masini fosse una persona che fondasse la propria esistenza su certezze e riferimenti ben precisi. Si può trovare riscontro in una dichiarazione lasciata da Masini in occasione di una intervista: «Lei mi avrebbe rimproverato [...] di non aver trovato un punto di riferimento».
Sebbene ogni madre ami i propri figli, la figura estratta mostra un amore profondo (quasi esaltato) di questa donna per i suoi figli, come mostra la presenza di Giove (signore della Casa V) nel segno del domicilio di Venere e dell'esaltazione della Luna.
Fra i pianeti che presiedono all'attività professionale (Mercurio, Venere, Marte), quello che testimonia il Culmine (MC) per trigono è Mercurio. A questo proposito, afferma Tolomeo: «Se la stella di Mercurio dà l’agire crea, sia detto in termini sommari, gli scribi, gli amministratori contabili, gli insegnanti, i mercanti». In questa figura, vi è un presidio congiunto di Mercurio e di Venere, dal momento che il Culmine (MC) cade nel segno di Venere e nel termine di Mercurio e Mercurio si trova nei termini di Venere.
La presenza di Giove nel luogo X permette, inoltre, di specificare la professione della madre. Si apprende da Tolomeo che «la stella di Giove fa i giuristi, i supervisori del fisco, pubblici funzionari, maestri dei fanciulli, preposti al popolo». Nella figura estratta, da una parte, la disposizione della Casa V da parte di Giove e, dall'altra, la disposizione del Culmine (MC) per trono (ossia: esaltazione e triplicità) e la testimonianza del Culmine (MC) stesso da parte della Luna per mezzo di quadrato orario applicativo indicano una professione legata a persone lunari o ambienti di connotazione lunare o aventi caratteristiche lunari. La madre di Masini era maestra elementare.
Infine, un accenno alla causa del decesso. La signora Anna Maria è deceduta il 22 agosto 1984, quando Marco aveva quasi 20 anni, a causa di una neoplasia al colon. Nella figura estratta, Giove è signore per domicilio della Casa VIII (ossia: la morte) e per termini della Casa VI (ossia: la malattia). Inoltre, questo pianeta dispone Saturno, signore della Casa VI, e della sorte della malattia (Sinos). Giove si colloca in segno peregrino, nei termini di Saturno (pianeta malefico), è retrogrado e contro la sua fazione e, infine, è congiunto alle Pleiadi, asterismo collegato in astrologia medica alle neoplasie.
La stessa figura mostra che la durata della vita della madre di Marco non sarebbe stata lunga, dal momento che la Luna è in antiparallelo di declinazione a Marte, secondo signore della Casa VIII (ossia: il decesso) e per esaltazione della Casa VI (ossia: quello della salute). Si legge in Tolomeo: «Per quanto riguarda la madre [...] se l’astro di Marte osserva la Luna o Venere, sorgendo dopo di esse o è in quadrato od opposizione, allorché questi astri sono lenti di moto o cadenti, non comportano che contrarietà e malattie; se invece aumentano il loro moto o sono angolari rendono la vita della madre si breve durata o malaticcia».
Nella figura estratta della madre di Masini, Marte è orientale e, quindi, di moto rapido e in luogo cadente (ossia: la Casa XII) e affligge la Luna; se ne può desumere che arrechi alla signora Anna Maria contrarietà e malattie e non prometta lunga vita.
Per quanto riguarda l'evento del decesso, si esaminino le tecniche previsionali applicate alla figura estratta della madre.


Direzioni mondane

- Saturno diretto sulla Luna;
- Giove, signore della Casa VIII, diretto al quadrato della sorte della madre;
- Sole diretto su Mercurio, secondo signore della Casa X.

                                                                                                                             Direzioni zodiacali

All'Oroscopo (AS) arriva il 27°b02' realizzando una direzione zodiacale dell'Oroscopo (AS) al quadrato di Giove di nascita. 
Infine, il luogo zodiacale di al-Ghul (β Persei), stella particolarmente nociva, arriva alla declinazione dell'Oroscopo (AS), luogo afetico.

 

                                                                                                                                  Perfezioni

Passiamo, adesso, a esaminare alcune perfezioni per l'anno del decesso della madre.
La perfezione annuale dell'Oroscopo (AS) arriva a 12° i 56'; di conseguenza Giove diviene maestro o signore dell'anno. Lo spazio di perfezione dell'Oroscopo (AS) si estende da questo luogo fino a 17°^46', incontrando il diametro del Sole, l'esagono di Giove, il trigono di Marte, il trigono di Venere e l'esagono della Luna. Infine, la perfezione dell'Oroscopo (AS) cade nella Casa VIII (ossia: quella del decesso) e sulla sorte di malattia (Sinos).
Particolarmente interessante è la perfezione annuale di Saturno che arriva a 09° d 38', in trigono alla Luna [si tratta di una ripetizione della direzione di Saturno sulla Luna]. Lo spazio di perfezione di questo pianeta si estende da questo luogo fino a 12° e 10', indicando come nella fine dell'anno sarebbe arrivato alla quadratura della Luna [la madre di Masini è deceduta verso la fine dell'anno della rivoluzione annuale].

 


Rivoluzione annuale (RS)


Esaminiamo brevemente la rivoluzione annuale (RS) della figura estratta precedente il decesso.
Questa carta è redatta per il 18 settembre 1983 alle 17h 22m 15s (L.T.). 

Sorge il 10° i 13' cadendo nella Casa VIII (ossia: il luogo del decesso) della figura estratta.
Il signore della Casa VIII annuale è Venere (significatore della madre), pianeta che si colloca nella Casa VI annuale, indicando la causa del decesso per malattia. Inoltre, Venere è congiunta a Marte, secondo signore della Casa VIII annuale e dispositore di Saturno. Quest'ultimo pianeta si trova nella Casa VIII annuale, peregrino, nel segno di un malefico (ossia: lo e) ed è signore della sorte di malattia (Sinos). Inoltre, Saturno affligge la sorte lunare o di Fortuna (Tychê) con quadrato destro, minando la salute (dal momento che la suddetta sorte costituisce uno dei luoghi afetici).
Infine, nella rivoluzione annuale (RS) della figura estratta si ripropone il diametro fra la Luna e Venere.
La breve analisi della figura estratta della madre permette di poter dimostrare la bontà di questa tecnica di indagine approfondita sui significatori dei genitori, soprattutto quando i dati di nascita dei genitori sono incerti.
In realtà, individuato il significatore, è possibile sperimentare l'uso di questa tecnica per verificarne la validità, constatandone potenzialità e limiti.


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