Un breve commento su uno scritto di Argoli sulle eclissi

Andrea Argoli (1570-1657), matematico, astronomo e astrologo italiano, ha scritto una piccola opera nella quale espone il metodo di calcolo e di interpretazione delle eclissi, sia di Sole che di Luna, la Dissertatio in eclipsim Solis 12 augusti 1654 et aliqua in eclipsim Solis 8 aprilis 1652.
In quest'opera, Argoli illustra il calcolo e l'interpretazione dell'eclisse di Sole del 12 agosto 1654, del quale posto la carta sia nell'odierna forma rotonda che in quella tradizionale quadrata.
Brevemente espongo i criteri guida illustrati da Argoli, il quale richiama totalmente quelli enunciati da Claudio Tolomeo nel libro II della Tetrabiblos o Quadrpartito.
In primo luogo, Argoli definisce quest'eclisse pessima perché assediata dai pianeti malefici, Marte e Saturno, e perché si forma presso il Nodo lunare sud (Cauda Draconis).
In secondo luogo, illustra i criteri per determinare i pianeti dominatori dell'eclisse. Il primo criterio è quello della configurazione (congiunzione o aspetto) per applicazione (e separazione) al luogo dell'eclisse: il pianeta che si applica o che si separa per congiunzione o per aspetto dal luogo dell'eclisse ha diritto di dominio sullo stesso (diritto di parola).
Successivamente, si passa ad esaminare la disposizione per dignità (domicilio, esaltazione, triplicità, termine) sul luogo dell'eclisse. Si tratta di una logica ben diversa da quella dell'astrologia moderna. Nell'astrologia antica e tradizionale hanno molta più importanza le configurazioni planetarie piuttosto che la disposizione per dignità che è secondaria.
Esaminando questa carta eretta per Roma, Argoli attribuisce il dominio dell'eclisse a Marte e Saturno proprio perché sono congiunti al luogo dell'eclisse; e non a Giove (signore per triplicità diurna del segno zodiacale del b) e a Mercurio (signore del termine).
Successivamente, Argoli passa ad esaminare i pianeti dominatori dell'angolo che precede. Poiché l'eclisse si verifica nel primo quadrante diurno, quest'angolo è l'Oroscopo (AS), che cadeiel segno zodiacale della d. Dal momento che non vi sono pianeti che si configurano con l'Oroscopo, Argoli li individua in base al dominio del luogo dell'Oroscopo. Poiché il luogo dell'Oroscopo (AS) cade nel segno zodiacale dell'esaltazione di Saturno, e nei termini di Marte, questa è un'ulteriore conferma che il dominio dell'eclisse appartiene a questi due pianeti.
In seguito, Argoli esamina le stelle fisse congiunte al luogo dell'eclisse, ai pianeti dominatori e all'angolo che segue, ovvero il Culmine (MC), con riferimento alla loro natura.
Dopo aver elencato gli effetti possibili con riferimento ai due pianeti dominatori, all'elemento (fuoco) e alla natura (fissa o solida) del segno dell'eclisse, alla forma della costellazione (il leone è un animale quadrupede), al luogo dello spazio locale (la Casa X) e alla natura del segno dell'Oroscopo (AS) [la d, segno zodiacale equinoziale], Argoli afferma che è necessario esaminare quando questi pianeti si pongono in quadratura o in opposizione con il luogo dell'eclisse durante il periodo della durata dei suoi effetti, poiché in questi istanti gli effetti possono intensificarsi.
Per i luoghi nel quale gli effetti dell'eclisse possono prodursi rinvia ai criteri enunciati da Tolomeo nel libro II, cap. VI della Tetrabiblos o Quadripartito. 
Per il calcolo del perdurare degli effetti, dal momento che quest'eclisse ha avuto una durata di 2h 20m, Argoli conclude che gli effetti perdurano per 2 anni e 4 mesi.
Il momento dell'inizio degli effetti è compreso fra il quarto e l'ottavo mese dopo il verificarsi dell'eclisse, poiché questa si è formata al Culmine (MC). Argoli calcola l'inizio degli effetti fra l'11 dicembre 1654 e il 9 aprile 1655. 
Inoltre, secondo Argoli, le eclissi di Luna non sono in grado da sole di produrre calamità e catastrofi, a causa della loro durata limitata a mesi e non ad anni, come nelle eclissi di Sole.
In ultimo, Argoli espone un criterio per valutare l'intensificazione o la diminuzione degli effetti dell'eclisse durante il suo periodo di efficacia. Se durante questo periodo, in occasione delle successive congiunzioni, quadrature od opposizioni fra i luminari (ossia: il Sole e la Luna), i pianeti dominatori dell'eclisse formano aspetti sfavorevoli oppure trigono con il luogo dell'eclisse, gli effetti di questa aumentano; in caso contrario oppure se i luminari sono ben disposti con i pianeti benefici (Venere e Giove), diminuiscono. Se in occasione delle successive congiunzioni, quadrature od opposizioni fra i luminari (ossia: il Sole e la Luna), i pianeti dominatori dell'eclisse sono in levata o sorgere eliaco, o hanno moto e luce in aumento, oppure sono stazionari e fomano aspetto con il luogo dell'eclisse, gli effetti dell'eclisse aumentano; al contrario, se sono sotto i raggi del Sole, occidentali, retrogradi deboli, gli effetti diminuiscono.

 

 

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La cometa di Neanderthal: un tentativo di previsione

«Cometem non esse physicam causam calamitatem, sed signum potius ad placitum Dei»

E' stata battezzata la cometa verde (in virtù della colorazione della chioma) o cometa di Neanderthal (il periodo storico nel quale sarebbe passata l'ultima volta vicina alla Terra) quella che l'1 febbraio 2023 darà spettacolo nel Cielo. 
Ufficialmente il suo nome è C/2022 E3 ZTF ed è stata scoperta il 2 marzo 2022 in California dagli astronomi Bryce Bolin e Frank Masci. 
Quello cometario è un fenomeno che ha sempre affascinato l'essere umano, da quando ha incominciato a volgere il suo sguardo verso l'alto e la profondità infinita del Cielo.
Le comete [in gr. κομήτης (kométes), che significa 'chiomato', 'dotato di chioma'] sono corpi celesti relativamente piccoli, simili agli asterodi, composti da gas ghiacciati (acqua, metano, ammoniaca, anidride carbonica), frammenti di rocce e metalli. 
Le loro orbite si estendono oltre quella di Plutone e quando entrano nella parte interna del Sistema solare sono frequentemente caratterizzate da orbite elittiche, molto oblunghe.
L'origine di questi corpi celesti rimane tuttora un mistero e sono state avanzate molte ipotesi da parte di astronomi e astrofisici. In generale, si ipotizza che le comete siano dei residui rimasti dalla condensazione della nebulosa da cui ebbe origine e si formò il Sistema Solare: le zone periferiche di tale nebulosa sarebbero state abbastanza fredde da permettere all'acqua di trovarsi in forma solida. L'astronomo olandese Jan Oort (1900-1992) ha ipotizzato che le comete di lungo periodo proverrebbero da una zona (la c.d. Nube di Oort) che si trova fra Plutone (l‟ultimo pianeta del sistema solare) e la stella Proxima Centauri (α Centauri). Questa zona è costituita da miliardi di blocchi di ghiaccio frammisto a polveri e particelle di roccia. Alcuni di questi blocchi cadrebbero verso il Sole e, dopo moltissimo tempo, entrerebbero nel Sistema Solare, con un‟orbita eccentrica che li porterebbe, dopo il passaggio al perielio, nuovamente nella zona di provenienza. Invece, le comete di corto periodo proverrebbero dalla fascia di Kuiper, un anello che, secondo il suo scopritore l‟astronomo americano Gerard Kuiper (1905-1973), sarebbe composto da pezzi di ghiaccio e roccia. 
Nelle comete è possibile distiguere:

1) un nucleo, che costituisce la parte solida centrale (c.d.  palla di neve sporca, soprannome dato da Fred Whipple), di dimensione variabile (da centinaia di metri fino a km 50 o più), composto da roccia, polvere e ghiacci d'acqua e di altre sostanze, comunemente presenti sulla Terra allo stato gassoso;
2) una chioma, la quale costituisce un’atmosfera temporanea che circonda il nucleo generata dalla sublimazione degli strati strati di ghiaccio più esterni del nucleo provocata dal calore del Sole;
3) una coda, che è il lungo strascico luminoso che segue la testa (nucleo e chioma) in direzione opposta a quella dell'orbita intorno al Sole (in alcuni casi rari, si può formare un’anticoda, consistente in una piccola coda apparentemente puntata verso il Sole), formata dalla pressione di radiazione del Sole esercitata sulla chioma.

Le comete possono essere periodiche, se il loro periodo orbitale è inferiore ai 200 anni o è stato osservato il loro passaggio al perielio già due volte (in tale caso, vengono indicate dagli astronomi con il prefisso P/); oppure non periodiche, se il loro periodo orbitale è superiori ai 200 anni o non è stato osservato il loro passaggio al perielio già due volte (in tale caso, vengono indicate dagli astronomi con il prefisso C/).
La durata delle comete dipende dal numero dei loro passaggi al perielio e dalla consistenza del loro nucleo. I ripetuti passaggi vicino al Sole (perielio) erodono le comete, privandole progressivamente degli elementi volatili, fino a che la coda non si può più formare, e rimane solo il materiale roccioso. Se questo non è abbastanza legato, la cometa può semplicemente svanire in una nuvola di polveri. Se invece il nucleo roccioso è consistente, la cometa è adesso diventata un asteroide inerte, che non subirà più cambiamenti.
Nell’antichità greca e fino al tardo Rinascimento la teoria dominante fu quella aristotelica, secondo la quale le comete erano il prodotto visibile dell’incendio di esalazioni calde e secche provenienti dalla superficie terrestre ed elevatesi sino alla sfera del fuoco.
Questa teoria si integra con la cosmologia aristotelica e, in particolare, con la divisione del Cosmo in due sfere separate: quella terrestre, regno dei quattro elementi e della generazione e corruzione delle sostanze; e quella celeste, composta di solo etere e di corpi immutabili.
All’interno di questo schema, Aristotele colloca le comete nella regione terrestre e al di sotto della sfera lunare: si tratta di fenomeni temporanei e imprevedibili, incompatibili con l’immutabilità della regione celeste.
In accordo con la concezione aristotelica delle comete (secondo cui sono preagio di siccità e venti), nel trattarle brevemente, Claudio Tolomeo attribuisce loro la natura di Marte e di Mercurio, in quanto il primo ha virtù calda e secca, il secondo essendo mutevole e ventoso. Afferma, infatti, Tolomeo: «Si deve inoltre osservare, nelle condizioni proprie degli eventi generali, quali apparizioni di comete [...] i cui effetti sono per natura consoni alle caratteristiche delle stelle di Marte e di Mercurio» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro II, cap. IX 'Dei colri delle eclissi e delle comete e simili'].
Dello stesso tenore è Gerolamo Cardano: «Le comete vengono da Marte e da Mercurio, poiché si muovono velocemente e recano qualcosa di igneo» [Gerolamo Cardano, Commentario alla Tetrabiblos, libro II, cap. IX].
La comparsa improvvisa di questi oggetti di moto variabile, di vari colori e forme, muniti o meno di strascichi luminosi più o meno lunghi, ha suscitato curiosità e timori nell'animo umano che, sin dai tempi antichi, ha cercato in base alle loro peculiarità, mediante l'osservazione, di ricercarne significati per formulare giudizi previsionali. 
Gli effetti comuni riconducibili al passaggio delle comete «derivano dalla convergenza fra Marte e Mercurio» [Gerolamo Cardano, Commentario alla Tetrabiblos]. Tali effetti sono, per lo più e nella quasi totalità, negativi, arrecando danni quali aridità, siccità, sterilità, venti, battaglie, guerre, sedizioni, rivolte, al seguito del loro passaggio. 
Gli effetti peculiari sono riconducibili al colore e alla forma del nucleo, della chioma e della coda.  A questo proposito, Claudio Tolomeo sostiene la necessità di osservare e studiare l'apparizione delle comete: «Si deve inoltre osservare, nelle condizioni proprie degli eventi generali, quali apparizioni di comete si presentano sia nei tempi dell’eclissi, sia in ogni altro tempo. [...] Ed esse mostrano, in virtù delle parti dello Zodiaco ove appaiono le loro condensazioni ed in virtù delle inclinazioni secondo le figure della chioma, i luoghi in cui gli eventi sono accusati. Ed in virtù della loro condensazione medesima, quale sembianza e rappresentazione, sarà nota la specie e il genere dell’evento futuro ove si diffonderà il patimento. Ed in forza del tempo della loro permanenza sarà nota la durata degli accadimenti. Infine, in forza della loro posizione rispetto al sole conosceremo il principio loro: giacché di norma quando appaiono mattutine significano ciò che è rapido, vespertine ciò che è tardo» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro II, cap. IX].
Il colore assunto accomuna la natura della cometa, fondamentalmente di Marte e Mercurio, a uno dei sette pianeti visibili, così come avviene per le eclissi. In tal senso, dichiara Cardano: «Sebbene tutte le comete siano della natura di Marte e Mercurio, hanno tuttavia qualcosa in comune anche con gli altri pianeti, ciò si deduce dal loro colore, non diversamente dal caso delle eclissi» [Gerolamo Cardano, Commentario alla Tetrabiblos]. Secondo Tolomeo: «Se appaiono neri o lividi sono significatori dei medesimi effetti di cui parlammo riguardo alla stella di Saturno; bianchi, di quelli della stella di Giove; rossicci, di quelli della stella di Marte; fulvi, di quelli della stella di Venere; e se son variegati,di quelli della stella di Mercurio» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro II, cap. IX 'Dei colri delle eclissi e delle comete e simili']. Si legge in Efestione di Tebe: «quando appaiono scure o giallastre, diventano indicative di quanto detto per la natura di Kronos; quando bianche, di quanto si diceva per la natura di Zeus; rossastre, per la natura di Ares; gialle, per la natura di Afrodite; multicolori, per la natura di Hermes» [Hēphaistíōn ho Thēbaĩos (Ἡφαιστίων ὁ Θηβαῖος), Apotelesmatikos, cap. XXIV 'Riguardo i colori delle eclissi e delle comete']. Dal canto suo Cardano afferma: «se è fosca, la cometa partecipa anche di Saturno; se è completamente bianca, è gioviale; se rossastra, marziale; se fulva, venerea; se di vario colore, è dominata dalla forza di Mercurio» [Gerolamo Cardano, Commentario alla Tetrabiblos]. John Galdbury, infine, sostiene: «Essi attribuiscono ragionevolmente e molto giustamente al Sole quelle comete che appaiono di un colore splendente, giallo o oro [...] Come quelle che sono di un colore plumbeo, invidioso, pallido, cinereo, sono chiamate saturnine. Quelle che sono molto luminose e chiare, più bianche di quelle del Sole, sono chiamate comete di Giove, o nuove stelle gioviali [...] Quando una nuova stella o cometa appare nel Cielo, di colore rosso, fulgida, o fiammeggiante, è allora attribuita al pianeta Marte. Appartengono al pianeta Venere quelle comete che sono di un colore illustre, piacevole, luminoso, argenteo, chiaro e trasparente a vedersi. Quando una cometa o una nuova stella appare nel Cielo di diversi differenti colori, come azzurro, giallo, rosso, verde, ecc., in qualche modo simile a un arcobaleno, puoi essere sicuro che sono comete di Mercurio. In ultimo, se appare una <cometa> di pallido, bianco britannico, la Luna possederà il colore» [John Galdbury, De cometis or a discourse of the natures and effects of comets, cap. II 'Dei nomi e dei tipi di comete o delle stelle ardenti'].
Per quanto riguarda la forma, Claudio Tolomeo ne menziona alcune: «Fra queste, vi son quelle che son dette piccole verghe o trombe o giare e simili» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro II, cap. IX 'Dei colori delle eclissi e delle comete e simili']. Efestione di Tebe distingue, per forma e colore, vari tipi di comete: il Cavaliere (Ippeùs), associata ad Afrodite; la Spada (Xiphías), ad Hermes; la Fiaccola o Torcia (Lampadías), ad Ares; il Disco o a forma di Disco (Diskeùs), a Kronos; una di forma rotonda e simile a una rosa (Ilitia); e un'ultima chiamata Tifone. John Gadbury ne riporta dodici tipi, diversi per forma e colore: la stella crinita; quella barbuta (Pogonias); quella a forma di dardo o giavellotto (Faculum); quella a forma di spada (Gladius); quella a forma di disco (Disceus); quella a forma di botte (Pithetes); quella a forma di corno (Cĕrătĭās); quella a forma di lampada (Lampas); quella che ricorda un cavallo (Hippeus); quella che ricorda una capra (Hircus); quella a forma di lancia o bidente (Hasta). Ad ogni cometa vengono attribuiti significati e indicazioni a seconda della forma con cui si manifesta. In relazione alla forma e al colore, Cardano offre alcune indicazioni: «Quanto poi alla forma, poiché alcune somigliano a spade, significano distruzione di città: ciò infatti appartiene propriamente a Marte. Quella che è simile alla colonna di Giove, indica principi e sovrani. Invero, quella fornita di chioma, variopinta, lucente e con una bella coda, è della natura di Mercurio e, perciò, preannuncia venti, sedizioni ed eresie. Ma se è nera, con la cosa corta, priva di chioma, è della natura di Saturno e significa guerre lunghe, lebbra e cose di questo tipo. Quella che è lucente e ha un volto quasi umano, fulva e con la coda breve, e si vede raramente, è della natura di Venere, e annuncia l'avvento di un principe amato dal popolo, dopo lunghe discordie civili» [Gerolamo Cardano, Commentario alla Tetrabiblos].
Nell'esame dei fenomeni cometari, è importante osservare:

1) il segno zodiacale corrispondente all'istante del passaggio al perigeo o dell'apparizione, in quanto similmente come nelle eclissi indica la zona della Terra potenzialmente interessata dagli effetti del passaggio della cometa;
2) la latitudine celeste (β) della cometa all'istante del passaggio al perigeo o dell'apparizione, in quanto spesso indica la latitudine geografica interessata dagli effetti del passaggio della cometa;
3) l'inclinazione della coda della cometa, in quanto indica da dove originano gli effetti e la direzione nella quale si dirigono o propagano.

Il fenomeno cometario è simile a quello delle eclissi e, per tal ragione, Tolomeo le tratta in un'unico capitolo (il cap. IX del libro II della Tetrabiblos).
Nelle eclissi le carte si redigono per l'istante del massimo oscuramento, quando queste raggiungono la massima intensità. Similmente, nei fenomeni cometari, il momento da prendere in considerazione dovrebbe essere quello della massima luminosità della cometa: ciò avviene in corrispondenza del suo passaggio al perigeo.  
In entrambi i fenomeni (quello delle eclissi e quello delle comete) il criterio è quello della visibilità del fenomeno (essendo le variazioni apparenti della luce a generare modificazioni nella materia e, di conseguenza, gli eventi nel mondo sublunare). Tuttavia, mentre per le eclissi il fenomeno consiste nel massimo oscuramento raggiunto in un determinato luogo della Terra (ove il fenomeno sia visibile), per le comete si deve prendere in considerazione la massima luminosità (che si realizzerebbe al passaggio della cometa al perigeo). Dichiara Tolomeo: «Per quanto riguarda il punto dell'orbe, va diligentemente osservato il tempo medio della cometa, oppure l'inizio o il tempo della massima velocità» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro II, cap. IX]. Quanto affermato da Tolomeo viene ribadito da Cardano: «Per quanto riguarda il punto dell'orbe, va diligentemente osservato il tempo medio della cometa, oppure l'inizio o il tempo della massima velocità; chi sia il signore del luogo della cometa o dell'angolo succedente, se si muove secondo l'ordine dei segni; o di quello antecedente, se va contro l'ordine dei segni» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro II, cap. IX].
Tuttavia, essendo l'orbita delle comete molto ellittica (quasi parabolica), non è facile individuare con esatta precisione né l'istante del passaggio al perigeo, né il momento della sua apparizione nel Cielo. Questa incertezza nella individuazione di tali istanti ha condotto molti studiosi dell'Arte astrologica a considerare la sizigia novilunica oppure plenilunica precedente all'apparizione di una cometa. Cardano riporta il caso dell'osservazione da parte di Alì Ibn Ridwan, il quale redasse la carta per il momento della sigizia novilunica immediatamente successiva all'apparizione. Riporta, a tal proposito, Cardano: «[...] osservò l'inizio della visibilità della cometa, piuttosto che il punto medio [...] osservò la prima congiunzione tra Sole e Luna verificatasi dopo il sorgere della cometa» [Gerolamo Cardano, Commento alla Tetrabiblos]. Come nelle eclissi la durata degli effetti viene calcolata sulla base di tanti anni (in quelle di Sole) oppure mesi (in quelle di Luna) quante sono le ore equinoziali della durata del fenomeno dell'oscuramento (dal primo all'ultimo contatto); così la durata degli effetti annunciati dalla comparsa di una cometa, si misura dalla sua apparizione alla sua scomparsa alla vista umana.
Per quanto concerne il rapporto della cometa col Sole: se precede il Sole e quindi è mattutina, l’effetto si produce rapidamente; se segue il Sole e quindi è vespertina, si produce più lentamente. Dichiara Tolomeo: «in forza della loro posizione rispetto al sole conosceremo il principio loro: giacché di norma quando appaiono mattutine significano ciò che è rapido, vespertine ciò che è tardo» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro II, cap. IX 'Dei colri delle eclissi e delle comete e simili']. Alcuni secoli più tardi, Cardano conferma quanto affermato da Tolomeo: «Il rapporto con il Sole palesa l'inizio dell'effetto. Se infatti la cometa è orientale <al Sole>, l'effetto inizierà in breve tempo; se è occidentale <al Sole>, invece avrà inizio lentamente» [Gerolamo Cardano, Commentario alla Tetrabiblos].
Per la determinazione del momento a decorrere dal quale incominciano a manifestarsi gli effetti del passaggio della cometa, si procede come per le eclissi. Si determina il luogo zodiacale corrispondente al perigeo o all'apparizione della cometa e si redige la carta, calcolandone la distanza oraria (DH) dall'Oroscopo (AS): gli effetti incominciano a prodursi dopo tanti mesi quante sono le ore della distanza oraria (DH) Afferma, a quersto proposito, Cardano: «Come per l'eclisse, l'inizio degli effetti può essere differito di tanti mesi, quante sono le ore disuguali dalle quali la cometa dista dall'Oriente» [Gerolamo Cardano, Commentario alla Tetrabiblos].
Il tempo dell’evento e la grandezza degli effetti si possono, invece, desumere dalla durata dello splendere della cometa nel Cielo: se risplende a lungo, gli effetti saranno lunghi; se risplende per poco tempo, saranno brevi. 
Importante è anche il moto della cometa, se avviene secondo oppure contro la successione o l'ordine dei segni zodiacali.  A questo proposito, sostiene Cardano: «Quelle che avanzano contro l'ordine dei segni <zodiacali>, appaiono indicare sempre i mutamenti di religione, poiché questo moto è proprio del primo cielo, e viene perciò da Dio come motore supremo; e le religioni esistono con il permesso di Dio. [...] penso che la cometa, quando procede contro l'ordine dei segni <zodiacali> significa mutamento di religione. Perciò quella che da oriente si muove verso occidente significa mutamento della religione positiva, poiché si muove contro l'ordine dei segni <zodiacali>» [Gerolamo Cardano, Commento alla Tetrabiblos]. Secondo Gadbury, «quelle comete o stelle ardenti che si spostano contrariamente alla successione dei segni <zodiacali>, presagiscono sempre modificazioni e cambiamenti nelle leggi, nei costumi e nelle costituzioni» [John Gadbury, De cometis or a discourse of the natures and effects of comets, sez. III 'I probabili effetti che possono in generale accompagnare queste comete'].
Inoltre, come nelle eclissi, è necessario accertare se, al momento del perigeo oppure dell'apparizione, la cometa si configurava per congiunzione oppure opposizione con un pianeta. Il pianeta che si configura in tal modo con la cometa esercita un'influenza, un dominio assieme a quello determinato sulla base del colore con il quale si manifesta la cometa e quello del segno zodiacale corrispondente al luogo del Cielo in cui la cometa è apparsa. 
In sintesi, si può concludere con quanto dichiara Cardano: «La grandezza <della cometa> fornisce indicazioni sulla rinomanza e sulla veemenza dell'effetto futuro. Il colore indica gli eventi in rapporto alla natura del pianeta dominante. [...] Lo splendore della cometa indica imprese incisive [...]. Il luogo dello Zodiaco, poi, indica molte cose, la zona, provincia, regione, o città. [...] Va osservata la latitudine <celeste> rispetto allo Zodiaco: essa mostrerà il luogo suo proprio [...] bisogna vedere a quale stella errante la cometa sia congiunta od opposta: sarà infatti facile capire da essa di quale natura sia. In quinto luogo, con quale stella fissa condivida la posizione, e la tipologia è la stessa dei pianeti [...]» [Gerolamo Cardano, Commento alla Tetrabiblos].
Infine, Cardano indica come può venirsi a estinguere l'effetto prodotto, riconducibile a una cometa: «gli effetti della cometa vengono a cessare in tre modi: o perché la sua energia è di per sé limitata, come avviene a tutte le cause naturali; o perché sopravviene un'altra cometa, che sia di natura contraria, o che operando altri effetti con la propria forza distrugga i decreti della prima; o perché un'eclisse o congiunzione, di natura contraria, avvenga in luoghi contrari alla cometa» [Gerolamo Cardano, Commento alla Tetrabiblos]. 
A questo punto, si passi ad esaminare il passaggio della cometa C/2022 E3 ZTF. 
Questa cometa ha raggiunto il perielio (distanza minima dal Sole di km 166 milioni dal Sole) il 12 gennaio 2023 e il suo passaggio al perigeo (distanza minima dalla Terra di circa km 42,5 milioni) è previsto per l'1 febbraio, quando raggiungerà la magnitudine approssimativa di 5,6 (la quale ne permetterebbe la visione a occhio nudo, se le condizioni atmosferiche lo consentano).
Dal 18 gennaio al 6 febbraio la cometa sarà circumpolare e, quindi, teoricamente visibile per tutta la notte nell'emisfero boreale, quando la sua magnitudine scenderà sotto 6. 
Secondo le previsioni sulla sua magnitudine, questa cometa potrà essere visibile a occhio nudo (quella presa in considerazione dagli antichi astrologi per formulare giudizi) dal 28 gennaio (magnitudine 5,9) al 5 febbraio (magnitudine 5,9). In base a questa previsione astronomica, la cometa farebbe la sua comparsa (apparizione) alla vista dell'occhio umano il 28 gennaio per poi sparire il 5 febbraio.  La sua vibilità a occhio nudo durerebbe per soli 9 giorni, a causa del suo moto rapido (dal momento che la sua latitudine celeste è molto elevata).
Quando si renderà visibile alla vista umana, la cometa si troverà in prossimità della costellazione dell'Orsa minore (Ursa minor), per poi attraversare quella della Giraffa (Camelopardalis) e, infine, sparire alla vista umana in prossimità della costellazione dell'Auriga.
Dal momento che nel breve periodo della sua visibilità la cometa può essere osservata nell'emisfero boreale della Terra, i suoi effetti si dovrebbero produrre esclusivamente o, quanto meno, prevalentemente in questo emisfero.
Il suo percorso attraversa una porzione di Cielo corrispondente ai segni zodiacali del b , a`. L'apparizione in corrispondenza del segno zodiacale del b  e il suo passaggio in quella porzione di Cielo che corrisponde al segno zodiacale del a indica possibili problemi relativi all'agricoltura, con distruzione di raccolti di mais e di altri prodotti e frutti, a causa di insetti (come vermi, bruchi, locuste) e parassiti; danni alle proprietà, perdite soprattutto per persone agiate e appartenenti all'alta borghesia o all'aristocrazia; discordie, guerre con possibili spargimenti di sangue soprattutto nella parte orientale della Terra; carestia, penuria e diffusione di malattie, anche gravi; tendenza a commettere atti lussuriosi, licenziosi e lascivi (anche incestuosi) con aumento di aborti, a trascurare lo spirito e ciò che è divino; controversie e dispute. 
Sempre per quanto concerne i possibili effetti globali riconducibili al suo passaggio, è necessario osservare il colore e la forma della cometa, riguardo il nucleo, la chioma e la coda.

Per quanto riguarda il colore, la cometa si mostra ai telescopi prevalentemente verde nella chioma (al punto tale, da essere stata battezzata 'La cometa verde'): ciò permette di assegnarle una natura prevalentemente mercuriale. 
Generalmente, le comete aventi natura mercuriale annunciano invenzioni o innovazioni tecnologiche che possono rivelarsi dannose per il genere umano, oltre che a penuria, carestia, epidemie, guerre e morte di personaggi importanti e illustri.
Afferma Gadbury: «Tali comete che sono della natura di Mercurio, dichiarano abbondanza di industriosità e politica da mettere in piedi nel mondo; rende gli uomini capaci di intrappolarsi e irretirsi a vicenda; denotano anche grandi calamità e la morte o la distruzione di alcuni uomini minori grandi o famosi; molte volte fanno presagire carestie, pestilenze e guerre. Gli uomini saggi sono rovinati e disprezzati, ingannati, degradati e distrutti. La cultura da sola è retrograda; e l'impudenza e l'ignoranza prendono il comando. I regni, i paesi, le città e le persone sottoposte a Mercurio sono i principali pazienti e soffrono durante gli effetti di queste comete» [John Galdbury, De cometis or a discourse of the natures and effects of comets, cap. II 'Dei nomi e dei tipi di comete o delle stelle ardenti']. Secondo Cardano: «se <la cometa> è mercuriale, produce fulmini, tuoni, terremoti, venti gravi, crudeli tempeste, nuove arti e invenzioni, ma tutte pericolose per il genere umano» [Gerolamo Cardano, Commento alla Tetrabiblos].
Riguardo la coda, essa appare agli strumenti ottici lunga e sottile, rendendo questa cometa simile a una lancia o asta.
Il moto contrario a quello della successione od ordine dei segni zodiacali fa ipotizzare un cambiamento nelle leggi, nelle norme, nelle consuetudini sia in ambito civile che religioso. L'orientamento della cometa va da nord-est verso sud-ovest, facendo ipotizzare che l'evento critico possa avere origine in Asia (Russia) per poi estendersi verso le regioni occidentali (Europa).

Come sottolinea Cardano: «Per quanto riguarda il punto dell'orbe, va diligentemente osservato il tempo medio della cometa, oppure l'inizio o il tempo della velocità massima» [Gerolamo Cardano, Commento alla Tetrabiblos]. 
La cometa C/2022 E3 (ZTF) dovrebbe raggiungere il perigeo (distanza dalla Terra 0,284 AU equivalenti a km 42,466 milioni): il 1 febbraio 2023 alle 17h 11m (UT).
La prima apparizione su Roma dovrebbe, invece, avvenire il 27 gennaio 2023 alle 16h 38m (UT). In questo momento, la posizione della cometa corrisponderebbe nello Zodiaco a 17°b 23' con latitudine celeste (β) 70° N 04' e declinazione (δ) 72°N 30'. Il fenomeno visivo dovrebbe esaurirsi su Roma il 6 febbraio 2023 alle 01h 14m (UT), quando la posizione della cometa corrisponderebbe a 20° ` 36' con latitudine celeste (β) 23° N 18' e declinazione (δ) 46°N 19'.  Nel suo percorso rapido e veloce, la cometa si trova ad attraversare, in senso inverso rispetto all'ordine o successione dei segni zodiacali, una porzione di Cielo compresa fra 17°b 23' e 20° ` 36'. L'apparizione della cometa in corrispondenza del segno zodiacale del b permette di ipotizzare che l'Italia e Roma possano essere interessate dagli eventuali effetti prodotti dal suo passaggio: questa congettura sembra essere confermata anche dal fatto che l'Oroscopo (AS) della carta dell'apparizione della cometa su Roma cade a 12°b 38'.
Al momento del passaggio al perigeo, la cometa si trova nello Zodiaco a 03° a 39'; tuttavia, a causa della sua latitudine celeste (β) pari a 48° N 08', il GdP della cometa su Roma viene a cadere a 22° ` 57'.
Nella carta del perigeo, la cometa è testimoniata dalla Luna per congiunzione e da Saturno per trigono sia nello Zodiaco che nello spazio locale (mondo). Le medesime testimonianze sono presenti nella carta redatta per il momento dell'apparizione su Roma. In quel momento, il GdP della cometa sarebbe 02° e 57', testimoniata dalla Luna per opposizione e da Saturno per trigono. Inoltre, sia nella carta del perigeo che in quella dell'apparizione, l'Oroscopo (AS) cade nel segno zodiacale del b.
La vicinanza della Luna con la cometa al momento del suo passaggio al perigeo sembra indicare una crisi che riguarda un governante, data la disposizione del Culmine (MC) da parte della Luna per trono (esaltazione e triplicità).
A questo proposito, è interessante notare che il GdP della cometa al momento dell'apparizione su Roma si forma all'opposizione del Culmine (MC) di nascita dell'attuale primo ministro Giorgia Meloni a 02° _ 13' che di quello di Jorge Mario Bergoglio a 00° _ 08'. Inoltre, la carta del momento dell'apparizione della cometa su Roma ha una domificazione pressocché identica a quella dell'attuale primo ministro italiano. Quindi, è possibile desumere criticità nella posizione di entrambi, soprattutto del primo ministro italiano.
Inoltre, il GdP dell'apparizione della cometa su Roma si sovrappone esattamente al luogo nel quale si è formata l'eclisse parziale di Sole del 25 ottobre 2022 (fenomeno visibile su Roma) e al quadrato del luogo della congiunzione media semplice dei ponderosi (Saturno e Giove) del 21 dicembre 2020 a 0° h. Infine, la sizigia novilunica precedente sia l'apparizione che il perigeo è avvenuta il 21 gennaio 2023 ore 20h 53m 05s (UT) e si è formata sul luogo della congiunzione dei ponderosi (Saturno e Giove) del 21 dicembre 2020 e al quadrato del luogo dell'eclisse parziale di Sole del 25 ottobre 2022. 
In qualche modo, dunque, il passaggio dei questa cometa richiama sia la congiunzione dei ponderosi (Saturno e Giove) del 21 dicembre 2020 che l'eclisse parziale di Sole del 25 ottobre 2022.
Considerando la distanza oraria (DH) della cometa al momento del suo passaggio al perigeo, è possibile congetturare che gli effetti possano incominciare a verificarsi poco dopo 2 mesi, verso i primi di aprile 2023. Del resto, l'orientalità della cometa al Sole depone per il verificarsi degli effetti, rispetto alla sua apparizione, presto nel tempo. Come afferma Tolomeo: «in forza della loro posizione rispetto al Sole conosceremo il principio loro: giacché di norma quando appaiono mattutine significano ciò che è rapido, vespertine ciò che è tardo» [Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, libro II, cap. IX].

 

Salvo diversa specificazione, l'articolo, le traduzioni e il materiale didattico pubblicato su questo sito, sono stati prodotti da Massimiliano Gaetano, astrologo iscritto all’Albo Professionale Nazionale Privato degli Astrologi tenuto dal CIDA, che ne reclama la proprietà intellettuale.
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Eclisse anulare di Sole e morte del sultano dell'Oman


Analizzare ogni evento producibile da un'eclisse di Sole non è impresa semplice. Questa operazione richiederebbe di per sé la stesura di tante carte quante sono le località attraversate dal cono d'ombra proiettato dalla Luna sulla superficie terrestre. Il risultato sarebbe che per ogni carta si dovrebbe dedurre un evento e una tempistica differente.
In materia di eclissi di Sole, quando l'eclisse è epigea (ovvero: avviene sopra l'orizzonte o supra terram), il criterio della visibilità su un determinato luogo è il più importante
Com'è possibile osservare dalla cartina, il cono d'ombra dell'eclisse anulare di Sole del 26 dicembre 2019,  passa anche sul territorio del Sultanato dell'Oman.
E' dunque possibile congetturare che questa eclisse possa produrre alcuni effetti anche in questa nazione.
Fatta questa premessa, si redige la carta del momento della centralità dell'eclisse per Muscat, capitale del Sultanato dell'Oman.

La centralità (istante del massimo oscuramento del disco solare) su Muscat si è verificata il 26 dicembre 2019 alle 03h 39m 01s (UT).

La carta mostra l'eclisse nella Casa XII con il Sole già eclissato, dal momento che questa eclisse inizia [fase di contatto del disco lunare con quello solare (P1)] prima del suo sorgere. Questa particolarità permette il prodursi dell'evento già nei giorni seguenti al verificarsi del fenomeno celeste.
Per determinare il possibile tipo di evento, è necessario esaminare il segno zodiacale e, soprattutto, la costellazione nella quale si verifica l'eclisse.
Questa eclisse avviene nel segno del g, ma in corrispondenza della costellazione del f (in particolare, nella parte umana della suddetta costellazione).
La forma umana della parte della costellazione del f nella quale si trova il luogo eclissato permette di affermare che l'evento riguarda la comunità umana (in tal senso si esprime il culminare della costellazione della c) e in particolare, all'interno di essa, i capi di stato.
Per specificare quale tipo di evento può riguardare la comunità umana del Sultanato dell'Oman, è necessario esaminare il segno zodiacale in cui si verifica l'eclisse. Il g è un segno tropico o solstiziale, indicando un evento pubblico o relativo a un personaggio pubblico.
Il pianeta che detiene maggior potere sulla carta sarebbe Saturno; tuttavia, essendo questo pianeta in fase di tramonto eliaco, si preferisce considerare Marte.
Marte è nel suo domicilio in e (in domo sua), nella Casa X, orientale al Sole e quindi forte per dignità essenziale e accidentale e per fase eliaca.
Marte è signore della Casa X, significatore del capo di stato (sia sovrano che presidente).
Dal momento che l'Oman è un sultanato, Marte può essere considerato il significatore del sultano dell'Oman.
Sulla correttezza nell'individuazione di Marte come significatore del sultano è possibile far riferimento a due particolarità: il segno zodiacale e la modalità di acquisizione della posizione e del potere da parte del sultano in carica al momento del verificarsi del fenomeno dell'eclisse.
Al momento del verificarsi dell'eclisse anulare di Sole, sultano è Qabus bin Said al Said, nato sotto il segno dello e [18 novembre 1940], il quale ascese al trono dopo aver rovesciato nel 1970 suo padre, Saʿīd bin Taymūr, con un colpo di Stato [evento tipicamente marziale].
Dopo aver fornito tutte le spiegazioni razionali sul fatto che l'evento deducibile riguardi la comunità umana e, in particolare, i regnanti e sulla scelta di Marte come significatore del sultano, si passi a cercare di comprendere la tipologia di evento.
Le eclissi di Sole solitamente sono collegate a eventi di impedimento o perdita di potere o della posizione da parte di capi di stato. L'eclisse di Sole si verifica nel segno del g che, in quanto segno tropico, è indicativo di un mutamento, di un cambiamento. Di conseguenza, si può dedurre che questa eclisse di Sole sembra presagire un mutamento, un cambiamento riguardante il capo di stato (ossia: il sultano).
La configurazione di stelle fisse, aventi natura malefica, con Marte (significatore del sultano) depone per un pronostico sfavorevole circa la causa di questo cambiamento. Infatti, Marte è:

- congiunto nello spazio locale a Zuben Elekrab (γ Librae) [le stelle della costellazione della Bilancia sono spesso indicative di decesso di sovrani];
- opposto nello spazio locale ad al-Ghul (β Perseii) [stella fissa altamente pericolosa e mortifera].

A corroborare ulteriormente questa interpretazione, la circostanza che Saturno, signore per esaltazione del Culmine (MC) e significatore del capo di stato, è in fase di tramonto eliaco [il tramonto eliaco indica il passaggio di un pianeta dalla visibilità all'invisibilità e, quindi, alla scomparsa del pianeta dalla vista].
Riassumendo. L'eclisse anulare di Sole del 26 dicembre 2019 sembra presagire un cambiamento o un mutamento nella persona del sultano (capo di stato) a seguito di un evento infausto (morte o decesso). Tale evento è suscettibile di prodursi già nei primi giorni successivi all'eclisse, dal momento che il Sole sorge già eclissato.
Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd, sultano dell'Oman, muore a seguito di una grave lunga malattia il 10 gennaio 2020, dopo aver tenuto il regno e il potere per 49 anni.
l decesso avviene nel giorno dell'eclisse penombrale di Luna che si verifica nel luogo opposto a Saturno [signore per esaltazione del Culmine (MC) della carta dell'eclisse anulare di Sole].

 

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Considerazioni generali sull'ombrosa congiunzione media Saturno/Giove

Il 2020 si sta rivelando un anno piano di sorprese per quanto concerne i fenomeni celesti.
Un'eclissi di Sole si è verificata nel giorno del solstizio d'estate, l'istante dell'anno nel quale il luminare diurno raggiunge la sua massima declinazione settentrionale e il suo arco diurno la sua massima estensione (per questa ragione, il dì raggiunge la sua massima durata temporale nell'arco di una giornata).
Saturno, il pianeta superiore visibile più lento, è interessato da due congiunzioni:

- la prima, con Marte, si è verificata in data 31 marzo 2020;
- la seconda, con Giove, si verificherà il 21 dicembre 2020.

La peculiarità di queste congiunzioni che interessano Saturno è costituita dalla circostanza del verificarsi, entrambe, nello stesso luogo del Cielo, corrispondente allo 0° h.

                       

L'ultima di queste due congiunzioni, quella fra Giove e Saturno, si verificherà in corrispondenza del solstizio d'inverno, l'istante dell'anno nel quale il Sole raggiunge la sua massima declinazione meridionale e il suo arco notturno la sua massima estensione (per questa ragione, la notte raggiunge la sua massima durata temporale nell'arco di una giornata).
Nell'astrologia cattolica tradizionale, le congiunzioni fra i pianeti superiori (Saturno, Giove, Marte) e in special modo quella fra Saturno e Giove assumono importanza per determinare l'andamento degli eventi sulla collettività, sulle società, sulle nazioni. Afferma, a tal proposito, Abraham Ibn Ezra: «(2) Dunque, essi (le congiunzioni dei pianeti superiori, n.d.t.) portano un presagio per il collettivo e non per i singoli» [Abraham Ibn Ezra, Sefer ha-'Olam (il libro del mondo)].

La congiunzione fra Saturno e Giove è:

- grande o massima, quella che si verifica ogni 960 anni nel segno dell'^;
- media, quella che si verifica ogni 240 anni al cambio di triplicità;
- minima, quella che si verifica ogni 20 anni al cambio di segno zodiacale all'interno della stessa triplicità.

Per agevolare la comprensione, si ricordi che le triplicità sono quattro:

- quella ignea, alla quale appartengono ^, b, f;
- quella terrea, alla quale appartengono _, c, g;
- quella aerea, alla quale appartengono `, d, h;
- quella acquea, alla quale appartengono a, e, i.

Secondo Masha'allah ibn Atharī, grande è la congiunzione di Saturno con Giove; media quella di Saturno con Marte; piccola quella di Giove con Marte.
Limitando il discorso allo stato celeste dei pianeti superiori, in entrambe le congiunzioni domina Saturno. Il dominio viene determinato non solo sulla base del criterio delle dignità, ma anche considerando la loro latitudine celeste (β) e posizione sull'eccentrico e sull'epiciclo.
Come afferma Abraham Ibn Ezra: «21.(1) Al momento della congiunzione [...] (2) Scopri quale di loro è più vicino all'apogeo o al perigeo sul loro grande cerchio, il cui centro è diverso dal centro della Terra (si riferisce all'eccentrico, n.d.t.). (3) Osserva anche quale di loro è più vicino all'apogeo sul suo epiciclo, se entrambi sono diretti nel loro movimento o retrogradi, se la loro latitudine <celeste> è meridionale o settentrionale e quanti <gradi> ha la sua latitudine <celeste>, e osserva quale di loro ha la signoria nel suo luogo. (4) Quindi, se trovi che Saturno è più vicino all'apogeo di Giove, o che la sua latitudine <celeste> è settentrionale mentre quella di Giove è meridionale, o che si trova sull'eclittica, o che la latitudine <celeste> settentrionale di Saturno è maggiore della latitudine <celeste> settentrionale di Giove, o che Saturno si trova sull'eclittica mentre la latitudine <celeste> di Giove è meridionale, o che entrambi sono meridionali ma la latitudine <celeste> di Saturno è inferiore a quella di Giove, o quella che Saturno si trova in un luogo in cui ha la signoria [...]» [Abraham Ibn Ezra, Sefer ha-'Olam (il libro del mondo)].
Al momento della congiunzione eclittica Saturno/Marte, Saturno era elevato su Marte [la latitudine celeste (β) di Saturno era 00° S 00' e quella di Marte era 00° S 58']; Saturno era più distante dalla Terra rispetto a Marte [essendo Saturno più vicino al proprio apogeo]; Saturno disponeva Marte, perché la congiunzione è avvenuta nel domicilio notturno di Saturno.
Al momento della congiunzione eclittica Saturno/Giove, Saturno e Giove saranno perfettamente congiunti in longitudine eclittica e in latitudine celeste (β) [entrambi avranno la latitudine celeste (β) 00° S 28']; Saturno sarà più distante dalla Terra rispetto a Giove [essendo Saturno più vicino al proprio apogeo]; Saturno disporrà Giove, perché la congiunzione avverrà nel domicilio notturno di Saturno.
Dopo aver determinato il dominio, è necessario determinarne i possibili effetti.
Senza contestualizzare l'esame degli effetti di queste due congiunzioni che interessano Saturno per una determinata località della Terra e limitando questa breve analisi a considerazioni generali, il dominio di Saturno, data la sua natura malefica, non fa presagire un clima positivo. Secondo Abraham Ibn Ezra, «<Saturno> fa presagire che una nazione antica, indipendentemente da dove si trova, non sarà sconfitta e non andrà in esilio. (5) A causa della natura di Saturno, odio, gelosia, inimicizia, contese, fame e varie malattie aumenteranno nel mondo» [Abraham Ibn Ezra, Sefer ha-'Olam (il libro del mondo)].
Inoltre, con riferimento alla congiunzione media Saturno/Giove, Ibn Ezra sostiene che «(5) [...] se Saturno è più forte, ciò significa cattiva sorte e afflizione nella congiunzione"; e che " (6) le loro congiunzioni nei segni ignei e <in quelli> aerei indicano aridità, prezzi elevati, distruzione di terre coltivate e carestia" [Abraham Ibn Ezra, Sefer ha-'Olam (il libro del mondo)]. Inoltre, sostiene Ibn Ezra, «41. (3) Saturno fa presagire malattie, odio senza fondamento, controversie, la distruzione di luoghi e l'affondamento delle navi. [...] (5) Marte fa presagire guerre, pestilenze e migrazione da un luogo all'altro» [Abraham Ibn Ezra, Sefer ha-'Olam (il libro del mondo)].
L'ingresso vernale 2020, che ha preceduto entrambi le congiunzioni che coinvolgono Saturno, era caratterizzata da una congiunzione Marte/Giove/Saturno nell'ultimo decano del segno del Capricorno. Abraham Ibn Ezra consiglia sempre di osservare la posizione di Marte nella carta d'ingresso vernale precedente una congiunzione Saturno/Giove. Afferma Ibn Ezra: «39. (1) Quindi, dovresti osservare il luogo di Marte in qualsiasi congiunzione di Saturno e Giove, sia grande, media o piccola. Perciò se nella rivoluzione dell'anno <Marte> è assieme a Saturno o Giove, oppure <se è> in opposizione o quadrato ad essi, scoppieranno guerre nel mondo» [Abraham Ibn Ezra, Sefer ha-'Olam (il libro del mondo)].
A questo proposito è necessario notare che Giove, significatore di pace e tranquillità, è in caduta e disposto da Saturno (per domicilio) e da Marte (per esalatazione).
In linea generale, queste congiunzioni indicano un periodo storico nel quale prevale l'individualismo, l'isolamento, l'odio, le tensioni, possibile aumento di prezzi, scarsità o penuria di beni, diffusione di malattie ed epidemie, il controllo capillare e invasivo da parte di un potere, per certi aspetti oscuro, prevaricante che ha radici antiche e profonde.
Il singolare formarsi di entrambe le congiunzioni che coinvolgono Saturno nello stesso luogo del Cielo può anche indicare una scoperta importante nell'Universo (probabilmente nei pressi del luogo nel quale si formano queste due congiunzioni), dato il coinvolgimento di Marte (significante, per la sua natura ignea, le luci).
Questa congiunzione può avere anche effetti in ambito religioso.
Seguendo le indicazioni di Masha'allah ibn Atharī, Abraham Ibn Ezra sostiene che la nascita di Gesù Cristo sia avvenuta il 14 marzo del 25 a.C. e preceduta da una congiunzione media Saturno/Giove nel segno del Leone. Per questo motivo Ibn Ezra associa al segno del Leone e al signore di tale segno, il Sole, i cristiani. Afferma, infatti, Ibn Ezra: «14. (1) Tuttavia, è stato dimostrato dall'esperienza che il Leone e il Sole <governano> Edom (Roma, poiché in un altro passo Ibn Ezra afferma: "56. (6) [...] la terra di Roma, che è il regno di Edom"), ed è lì (nel segno del Leone, n.d.t.) che ha avuto luogo la congiunzione <di Saturno e Giove> prima della nascita dell'uomo che credono essere Dio».
Inoltre, Ibn Ezra associa il segno dell'Acquario a Israele e il mondo arabo e musulmano al segno dello Scorpione: «(2) L'Acquario è il segno zodiacale di Israele [...]. (6) La congiunzione <di Saturno e Giove> che ha avuto luogo prima della comparsa del profeta dei Musulmani [...] avvenne nel segno dello Scorpione» [Abraham Ibn Ezra, Sefer ha-'Olam (il libro del mondo)].
Sulla base di queste affermazioni è possibile argomentare che la congiunzione media Saturno/Giove in h, segno antitetico a quello del b e luogo dell'esilio del Sole, possa indicare un periodo caratterizzato dall'offuscamento del cristianesimo e del messaggio di Gesù Cristo [nel Cielo le due congiunzioni che coinvolgono Saturno si formano davanti al muso della costellazione del g, precedendolo e quindi preannunciandolo e introducendolo]. Questa affermazione sembra trovare conferma nel periodo nel quale si viene a formare questa congiunzione, posta a circa metà del tempo intercorrente fra le due eclissi totali di Sole, quella del 21 agosto 2017 e quella dell'8 aprile 2024 [periodo di profonda crisi dell'Occidente per il fatto che la triplicità ignea domina il quadrante nord occidentale della Terra]. Se si esamina questo periodo, il Sole è come se fosse entrato nel cono d'ombra nell'anno 2017 e ne uscisse nell'anno 2024.
Vi è da dire, in aggiunta, che entrambe queste eclissi si verificano nel segno del b e in quello dell'^ i quali sono rispettivamente il domicilio e l'esaltazione del Sole (pianeta associato da Ibn Ezra ai cristiani). A metà di questo periodo di sette anni si forma la congiunzione media Saturno/Giove che ne segna l'apice dell'oscuramento, il momento del massimo deliquio, tenendo anche in considerazione la circostanza che questa congiunzione si viene a verificare in corrispondenza del solstizio d'inverno, il giorno dell'anno nel quale le ore della notte (oscurità) prevalgono su quelle del dì (luce). A tal proposito, non bisogna dimenticare che in questo anno si è verificata un'eclissi di Sole in corrispondenza del solstizio d'estate, il giorno del quale le ore del dì prevalgono su quelle della notte. Infine, non appare superfluo ricordare che la sizigia novilunica precedente la congiunzione media Saturno/Giove sarà visibile, per alcune zone della Terra, come eclissi di Sole.
Tutti questi fenomeni celesti caratterizzati da una diminuzione della luce portano a ritenere che la prossima congiunzione media Saturno/Giove proietta un'ombra su tutto ciò che è significato dal Sole e dal segno del b [a questo proposito, l'Italia assegnata al segno del b e cuore mondiale della cristianità sarà soggetta a questo offuscamento].
Infine, queste due congiunzioni saranno significative per Israele e per il mondo giudaico in generale, dal momento che il segno dell'h indica secondo Ibn Ezra Israele. E' possibile che questa congiunzioni e, soprattutto quella media di Saturno/Giove, preannuncino l'avvento sulla scena mondiale di un personaggio ebreo o di origine ebraica.



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